Nel 1977, un celebre intervento di Enrico Berlinguer al Teatro Eliseo, a conclusione del Convegno degli intellettuali indetto dal Partito Comunista Italiano, fu accolto con molto scetticismo. Nei decenni successivi venne denigrato e indicato come la prova di una cultura politica arretrata, incapace d’interpretare il grande cambiamento in corso, preludio degli splendidi anni Ottanta e anche degli sviluppi successivi più radicali nell’economia e nella società. Il discorso di Berlinguer era intitolato “Austerità: occasione per trasformare l’Italia”. I suoi detrattori ne ricavarono una concezione frugale e pauperista, autoflagellatoria, una critica del capitalismo d’ispirazione etica, prepolitica, incapace d’intendere i bisogni nuovi, il desiderio di benessere, la funzione positiva dei consumi di massa, la necessità di “modernizzare” l’Italia. In tempi più recenti, vi è stato anche chi ha voluto trovare nelle parole di Berlinguer una enunciazione ante litteram delle teorie di decrescita felice.
