martedì 16 aprile 2024

PER RICORDARE. LE COSE BUONE DEL FASCISMO. 15 marzo 2019


IERI
Mario Sironi, Squadra d'azione


1. DELZELL, L'EMIGRAZIONE POLITICA FRA IL 1922 E IL 1943

2. STRAZZA, IL FASCISMO E L'EMIGRAZIONE NEGLI USA, 2015

3. OPPOSITORI AL CONFINO. Nel 1925 lo storico Gaetano Salvemini dava le dimissioni dall’insegnamento universitario, denunciando che la “dittatura fascista” aveva soppresso completamente “quelle condizioni di libertà che sole potevano garantire una libera educazione civile”. Il gesto di Salvemini fu esemplare in quanto veniva da un intellettuale di spicco. Lo storico fu costretto all’esilio come altri uomini di cultura, politici e persone comuni.
Se questa già era la situazione nel 1925, nel 1926 ogni espressione contraria al Fascismo era ritenuta un delitto contro lo Stato e come tale giudicata da un tribunale speciale. Gli oppositori del regime furono condannati al carcere o a un domicilio coatto, il “confino”, in isole o in luoghi lontani, dove gli spostamenti e le comunicazioni erano molto difficili e controllati.
Questa fu l’esperienza di molti antifascisti, tra i quali Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, che furono confinati a Ventotene; durante il loro soggiorno coatto nell’isola essi meditarono sulle vicende politiche del Paese e dell’Europa e scrissero un “manifesto” che è considerato un fondamento dell’europeismo (“Manifesto di Ventotene”). Il medico e pittore Carlo Levi dovette lasciare Torino e fu mandato in Basilicata: egli narrò gli anni di confino nel romanzo Cristo si è fermato a Eboli.

4. GHINI, DAL PONT, GLI ANTIFASCISTI AL CONFINO. STORIE DI UOMINI CONTRO LA DITTATURA 1926-1943, 2013

5. "E' chiaro che il regime esercitava una costante sorveglianza della popolazione anche riprendendo e migliorando alcune dinamiche già sperimentate durante la Grande Guerra, come la militarizzazione degli operai o la repressione del dissenso.
 In particolare, il governo mussoliniano operava politiche di vigilanza dell’opinione pubblica attraverso diversi strumenti: il controllo dell’informazione (radio, cinema e giornali, prima di tutto); la “fascisticizzazione“ delle istituzioni, comprese quelle educative; la persecuzione verso coloro i quali gli si opponevano. Quest’ultima azione avveniva anche grazie all’introduzione di una nuova serie di provvedimenti che includevano l’istituzione e l’azione del Tribunale Speciale per la difesa dello Stato (1927-1943) e l’inasprimento del domicilio coatto, trasformato in confino politico" (Fabio Ecca, Incontro e scontro di culture: i confinati antifascisti a Eboli e ad Aliano, CONfini, CONtatti, CONfronti – 02/2018)

6Dopo l’attentato a Mussolini, il 31 ottobre 1926 a Bologna, il governo fascista promulgò le nuove leggi di pubblica sicurezza con il Regio Decreto n. 1848 del 6 novembre dello stesso anno, istituendo il confino di polizia, misura di carattere politico-amministrativo.
A partire da questo momento, chiunque fosse ritenuto pericoloso per la sicurezza pubblica poteva essere allontanato dalla sua abituale residenza e inviato coattivamente in località sperdute dell’Italia centro meridionale. Di fatto venivano colpiti anche coloro che avevano semplicemente manifestato la propria contrarietà al regime, qualsiasi antifascista o presunto tale. Venivano richiusi anche ebrei, pregiudicati per reati comuni, individui sospettati di spionaggio e di attività antinazionale, omosessuali, Testimoni di Geova.
Dal 1926 al 1943 i confinati politici furono circa 10 mila; quelli ritenuti più pericolosi venivano inviati prevalentemente nelle colonie di confino delle Isole di Lampedusa, Favignana, Ustica, Lipari, Ponza, Tremiti e Ventotene. In modo particolare in queste ultime tre colonie venne destinata, a partire dal 1930, la maggior parte degli antifascisti recidivi da sottoporre a speciale sorveglianza; questa ulteriore restrizione avvenne in seguito all’evasione dei fratelli Rosselli, di Lussu e Nitti da Lipari. Gli altri confinati, ritenuti meno pericolosi, furono costretti a soggiornare in piccoli villaggi; quelli della Calabria, della Basilicata e dell’Abruzzo ne ospitarono il maggior numero.
Nel 1939 fu istituita la prima colonia di lavoro in terra ferma a Pisticci, in provincia di Matera, dove il regime impose il recupero dei confinati antifascisti attraverso il lavoro. (da AI CONFINATI POLITICI)

 7OMOFOBIA IN CAMICIA NERA
  • Il reato di omosessualità non era presente nella legislazione italiana già prima del fascismo. Nel 1927, quando stava nascendo il celebre codice penale Rocco, venne previsto un articolo che doveva legiferare sulla questione, il 528: puniva con il carcere da uno a tre anni chiunque avesse relazioni omosessuali. Alla fine però il testo •non venne inserito nel codice e si preferì utilizzare i confino di polizia che evitava di passare attraverso processi, avvocati e magistratura.
  • Prevenzione. Questa moderna forma di esilio in patria consisteva in una misura di “prevenzione di reato”: consentiva alle autorità di arrestare e sottoporre al giudizio di un’apposita Commissione provinciale chi fosse anche solo sospettato di pederastia sulla base di voci o spiate di vicini di casa. •Per gli omosessuali si aggravò così la già difficile permanenza in una società tradizionalista che aveva fatto del machismo la sua filosofia di base e della famiglia tradizionale il caposaldo della società fascista.
  • Le pene. A seconda della la gravità o delle prove raccolte, l’arrestato poteva subire una diffida, un’ammonizione (una specie di arresto domiciliare) o il confino fino a 5 anni. Dopo le leggi razziali introdotte nel 1938 la situazione si aggravò ulteriormente: i confinati gay divennero “confinati politici”, poiché l’omosessualità divenne anche sinonimo di antifascismo, ovvero di attentato “alla dignità della razza” e ai valori dell’ideologia fascista.
  • Per saperne di più: Paolo Pedote, L’isola dei papaveri. La prima comunità gay al mondo che inventò il Duce (senza saperlo), Area51 Publishing, 2013, Ebook; Gianfranco Goretti, Tommaso Giartosio, La città e l’isola: omosessuali al confino nell’Italia fascista, ed. Donizelli, 2006 , 275 pagine (da A. Pescini, l'isola dei femminielli, Focus storia, 86, dicembre 2013, ora in Progetto Gionata)
8. DALL'ORTO, PER IL BENE DELLA RAZZA AL CONFINO IL PEDERASTA, 1986

9. Tra il 1939 e il 1945 più di 200.000 persone ricoverate in ospedali psichiatrici tedeschi furono assassinate perché ritenute un inutile peso. Anche la Società Italiana di Psichiatria sostenne posizioni razziste e appoggiò le leggi razziali. In Italia, infatti, tra il 1943 e la fine della guerra, si verificarono ripetuti episodi di "prelevamento" dei pazienti ebrei dagli ospedali psichiatrici per essere portati in campi di concentramento e uccisi. Inoltre, Le leggi razziali emanate in Italia nel 1939 videro gli italiani ebrei banditi dalla vita pubblica e espulsi dalle loro cariche professionali. I loro figli non poterono più frequentare le scuole pubbliche e i matrimoni misti non furono più consentiti. (da DISABILI.IT 26 gennaio 2019)

10. Delitti e crimini politici
1923 i fascisti di Balbo uccidono ad Argenta il sindacalista socialista Natale Galba;
la sera del 23 agosto del '23, nei pressi della canonica, il sacerdote Giovanni Minzoni viene aggredito e ucciso a manganellate da alcuni squadristi facenti capo a Balbo che, travolto dallo scandalo e dal vasto moto di indignazione, deve dimettersi da console della Milizia;
Giacomo Matteotti, deputato socialista, fu rapito e assassinato da una squadra fascista capeggiata da Amerigo Dumini probabilmente per volontà esplicita di Benito Mussolini[1], a causa delle sue denunce dei brogli elettorali attuati dalla nascente dittatura nelle elezioni del 6 aprile 1924, e delle sue indagini sulla corruzione del governo, in particolare nella vicenda delle tangenti della concessione petrolifera alla Sinclair Oil. Matteotti, nel giorno del suo omicidio (10 giugno) avrebbe dovuto infatti presentare un nuovo discorso alla Camera dei deputati - dopo quello sui brogli del 30 maggio - in cui avrebbe rivelato le sue scoperte riguardanti lo scandalo finanziario coinvolgente anche Arnaldo Mussolini, fratello del Duce.[2] Il corpo di Matteotti fu ritrovato circa due mesi dopo, dal brigadiere Ovidio Caratelli (voce Wikipedia);
l'intellettuale liberale Piero Gobetti viene percosso a casa sua (1924), aggredito e picchiato più volte mentre le sue riviste furono sequestrate; le violenze subite mineranno la sua salute (morirà giovanissimo a 25 anni, esule);
i fratelli Carlo e Nello Rosselli furono uccisi il 9 giugno 1937 a Bagnoles-de-l’Orne, una località del nord della Francia, da alcuni militanti di un’organizzazione di estrema destra francese e molto probabilmente per ordine dei servizi segreti italiani (articolo da Post);
il 20 luglio 1925 Giovanni Amendola, capo liberale della secessione aventiniana, è aggredito da una squadra di quindici uomini, guidata da Carlo Scorza (futuro segretario del Partito nazionale fascista), armati di bastone;
1937: muore in carcere (dal 1928) Antonio Gramsci
Le 120.000 vittime civili libiche dell’esercito fascista nel 1930 durante la deportazione delle popolazioni cirenaiche.
Le 600 tonnellate di gas asfissianti (iprite e fosgene) lanciate dall’aviazione fascista sulla popolazione etiopica nel 1935/36, le migliaia di civili passate per le armi dopo l’attentato fallito a Graziani nel ’37, i 310 monaci cristiani, ma di rito copto, trucidati a Debra Libanos col plauso dei cappellani militari e del Vaticano.
I bombardamenti della Croce Rossa in Etiopia, i 17.000 etiopi deportati e sterminati nel campo di sterminio di Danane (Somalia); i telegrammi di Mussolini a Graziani dove scriveva: “Autorizzo ancora una volta Vostra Eccellenza a condurre sistematicamente politica del terrore et dello sterminio“. Leggi: I crimini del regime fascista (Forum Scuole);



M. Dondi, Caro Tajani, ecco cosa hanno fatto davvero Mussolini e il fascismo, Il Fatto, 15 marzo 2019



L'ALTRO IERI -------------------------------------------------------------------------------------

IL DOCUMENTARIO DI P. PIETRANGELI "BIANCO E NERO" (1975)


OGGI --------------------------------------------------------------------------------------------------

Dichiarazione del 14 marzo 2019

IL RAZZISMO IN ITALIA NEL 1988. INDAGINE DEMOSKOPEA. DA LA REPUBBLICA, 12-13 giugno 1988

POLITICA E VIOLENZA. IL FASCISMO NON E' MORTO. BERARDI F., Il ritorno della belva, ZEROVIOLENZADONNE.IT, 22 giugno 2012









DISCUSSIONE SULLA SOVRANITA' NAZIONALE. T. NEGRI, Pour en finir avec la souveraineté?, SINISTRA IN RETE, 21 dicembre 2016

REGNO UNITO E RAZZISMO. A. GRANDI, Inghilterra, porte rosse per le case degli immigrati: «Noi trattati come gli ebrei durante il nazismo», CORRIERE DELLA SERA, 20 gennaio 2016

DISCUSSIONE SULLA SOVRANITA' NAZIONALE. T. ISLER, Solo all’interno degli stati nazionali può esserci vera democrazia, IL CONFORMISTA, 2 settembre 2017

IL CONFORMISMO FASCISTA AVANZA IN SILENZIO GRAZIE ANCHE AL CONTRIBUTO DELLA SINISTRA CHE SI VERGOGNA PERFINO DI PRONUNCIARE QUESTA PAROLA. T. CERNO, La minaccia del conformismo fascista che ricorda gli anni Venti, LA REPUBBLICA, 29 novembre 2017






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