Cosa c’è di strano nelle parole di Berlusconi? Si vede che ha letto i miei libri”. Lo storico Giuseppe Vacca, professore emerito di Storia delle dottrine politiche all’università di Bari, già direttore dell’istituto Gramsci ed ex deputato del Pci, è tra i firmatari dell’appello “Un negoziato credibile per fermare la guerra” sottoscritto anche da Antonio Baldassarre, Pietrangelo Buttafuoco, Massimo Cacciari, Franco Cardini, Agostino Carrino, Francesca Izzo, Mauro Magatti, Eugenio Mazzarella Marcello Veneziani e Stefano Zamagni. Nel 2019 ha scritto un libro dal titolo La sfida di Gorbaciov. Guerra e pace nell’era globale (edito da Salerno), in cui sembra anticipare quanto successo in Ucraina dal 24 febbraio di quest’anno, evidenziando le responsabilità dell’occidente nello scoppio di un conflitto che affonda le sue radici nella fine della Guerra Fredda, di cui la crisi di Euromaidan del 2014 (cui seguì l’annessione della Crimea e la guerra in Donbass) sarebbe diretta conseguenza.
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Professor Vacca, quali sono le responsabilità dell’ucraina e dell’occidente dal 2014 a oggi?
La crisi del 2014 aveva trovato una soluzione con la firma degli accordi di Minsk, che riconosceva larga autonomia alle regioni del Donbass, rivendicate dai separatisti filorussi. Purtroppo inglesi e americani avevano altri piani e quegli accordi non sono mai stati applicati dagli ucraini, che hanno preferito portare avanti la linea angloamericana, improntata sullo scontro con la Russia. La Germania guidata da Merkel, che pure aveva forti interessi economici nel mantenere buoni rapporti con Putin, non ha avuto la forza per opporsi. Messa da parte la parentesi Trump, le scelte dell’amministrazione Biden sono consequenziali a quest’approccio. Bisogna capire che la posta in gioco principale non è l’ucraina, ma il futuro della Nato, che vuole dividere la Russia dall’europa e armare i paesi europei a condizione della loro fedeltà atlantica, ovvero l’esatto contrario del progetto dei padri fondatori, che pensavano a un Europa come potenza a se stante.
Quindi è d’accordo nel definirla guerra per procura?
Gli Usa dopo i fallimenti in Iraq e Afghanistan ormai fanno solo guerre per procura, non avendo più la forza militare necessaria per intervenire direttamente. Lo abbiamo già visto in Libia e in Siria, e l’ucraina non fa eccezione.
Quanto ha inciso l’allargamento della Nato?
L’allargamento della Nato dopo la Guerra Fredda è la contropartita americana rispetto all’unificazione tedesca. Gli americani vedono l’ue o come un nemico (come faceva Trump) o come un loro suddito. Per cui una Germania forte doveva essere controbilanciata dall’ingresso dei paesi dell’ex Patto di Varsavia nell’alleanza atlantica.
Cosa ne sarà della Crimea con la vostra proposta di pace?
La cosa singolare è che l’annessione della Crimea alla Russia nel 2014 sia considerata un atto illegale, ma anche l’atto con cui Kruscev nel 1954 la cedette all’ucraina era totalmente illegittimo. La base di partenza è il mantenimento dello status quo.
E delle quattro regioni ucraine annesse? Putin dovrebbe riconsegnarle all’ucraina?
Ma guardi che non è poco quello che chiediamo a Putin, chi ci chiama rossobruni o putiniani si commenta da solo.
Come commenta le parole di Berlusconi?
Non dice nulla di sbagliato, avrà letto uno dei miei libri in questi mesi. Purtroppo gli Stati Uniti continuano a imporre la propria agenda comunicativa, portandola sui propri binari.
Cosa ne pensa della manifestazione del 5 novembre?
Iniziativa assolutamente meritoria, alla quale parteciperò. Bisogna aprire una discussione seria sulle possibilità alternative all’invio di armi all’ucraina, nel solco della tradizione cristiana su ispirazione del discorso dell’angelus di Papa Francesco. In questi mesi non ho trovato alcun pensiero oltre all’allineamento alla Nato. Spero le cose cambino.
Serve una discussione alternativa all’invio dei cannoni.
Inviare armi all’ucraina è stato un errore?
Qualcosa di diverso si poteva fare, ma io sono un vecchio professore, è la politica che non ha fatto il suo compito.
Quanto è concreto il rischio nucleare?
Se queste armi continuano a essere prodotte è per essere usate, se si continua così il rischio di una guerra atomica non può che moltiplicarsi. Dopo il 1945 non si dovrebbe nemmeno più parlare di armi nucleari.
Quanto è mancata l’UE in questi nove mesi e in quelli precedenti la guerra?
Ma lei l’ha vista l’iniziativa dell’ue? La Von der Leyen parla come un funzionario del Dipartimento di Stato americano. E intanto continuiamo a patire l’effetto delle sanzioni.
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