Il Papa ricorda come sia «moralmente lecito rinunciare all’applicazione di mezzi terapeutici, o sospenderli, quando il loro impiego non corrisponde a quel criterio etico e umanistico che verrà in seguito definito «proporzionalità delle cure». Francesco lo dice nel messaggio al convegno sul «fine vita» promosso dalla Pontificia Accademia invocando «un supplemento di saggezza, perché oggi è più insidiosa la tentazione di insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona».
Cappato: «Bene apertura del Pontefice»
«Bene l'apertura del Pontefice» commenta Marco Cappato per conto dell'associazione Luca Coscioni, che definisce quello del Papa «Un importante segnale di apertura al tema della sospensione delle cure». «Riteniamo - si legge ancora nella dichiarazione - che non vi sia differenza morale tra consentire a un malato terminale di morire sospendendo terapie vitali oppure attraverso un intervento attivo che permetta di accorciare la propria agonia. L'unica persona che può decidere quale sia il momento in cui le cure vanno abbandonate è il malato stesso».
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