Le nuove Br progettavano «plurimi attentati» che erano però «caratterizzati» da «violenza generica e non terroristica». Lo scrive la Corte d’Assise d’Appello di Milano nelle motivazioni della sentenza con cui ha emesso 11 condanne, tra cui quella ad Alfredo Davanzo, escludendo però il reato di associazione terroristica. Il gruppo aveva una «visione politica» sovversiva e la strategia era di usare le «armi per fare politica e non per fare la guerra».
Nelle motivazioni i giudici precisano anche che «Così come tragicamente era stato per Massimo D’Antona, anche Pietro Ichino costituiva un “obiettivo politico” della violenza eversiva del gruppo».
«Con tutto il rispetto per le decisioni giudiziarie, è sconcertante leggere i passaggi della sentenza della Corte d'assiste d'appello di Milano» è il commento di Alfredo Mantovano, ex sottosegretario all’Interno e parlamentare del Pdl.
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