2009
MILANO - Fanno macchine utensili o stampano materie plastiche. Producono occhiali da sole o si occupano di arte. Qualcuna lavora nella farmaceutica, altre negli imballaggi. Sono piccole o medie imprese tutte accomunate da un vizietto. Quello di pagare fatture false per esportare capitali all' estero. In tutto qualcosa come 300 milioni di euro di costi fasulli, finiti ora al centro di un' inchiesta dei pubblici ministeri, Laura Pedio e Gaetano Ruta. L' elenco comprende 80 societàe sono tutte quelle contenute nella lista Pessina, l' avvocato svizzero, fermato il 18 marzo scorso all' aeroporto di Malpensa. La Guardia di Finanza lo inseguiva peri suoi legami con Giuseppe Grossi, l' imprenditore, re delle bonifiche, arrestato per l' inchiesta sull' area Santa Giulia di Milano, e per il quale aveva creato un sistema per nascondere fondi neri in Svizzera. Nell' arrestarlo, però, le Fiamme gialle si sono imbattute in una fonte di indagini preziosa, il computer di Pessina perché tra i file conteneva oltre 560 nominativi e migliaia di movimenti bancari di presunti evasori, trai quali circa 80 società, tutte quelle perquisite ieri. Alle persone fisiche della lista, il Fisco aveva già mandato il questionario per l' accertamento tributario prima della partenza dello scudo fiscale in modo da bloccare la possibilità di ripulire legalmente il denaro attraverso il rientro dei capitali, mentre per le società (che non possono aderire al maxicondono varato da Tremonti) sono scattate le perquisizioni. Ben 300 finanzieri si sono mossi soprattutto tra Lombardia e Veneto, ma anche in Piemonte, Emilia Romagna, Sardegna, Umbria, Campania e Puglia. I reati contestati alle società e ai legali rappresentanti sono l' appropriazione indebita e la dichiarazione fraudolenta mediante false fatturazioni. La mente dell' organizzazione, che teneva insieme tutte queste società era a Milano ed era composta dal duo MerelloZanoni. Il primo, Mario Merello, 63 anni, è un uomo d' affari con casa in via Bigli, al centro del quadrilatero milanese della moda, ma con domicilio a Saint Moritz e residenza a Caracas. È il marito della cantante Marcella Bella, alla quale lo scorso anno ha dedicato il nome del suo panfilo da 54 metri ("Marcelita"), e vanta frequentazioni tanto nel mondo politico quanto in quello dell' alta finanza. Siro Zanoni, invece, è un commercialista milanese con studio in via della Spiga, dove si è costruito la fama di professionista per vip, industriali, finanzieri, gente di spettacolo e grandi immobiliaristi. Tutti clienti a caccia di un approdo off shore, di una cassaforte oltre frontiera a prova di imposte. Per costruirle, Merello e Zanoni ricorrevano ai servizi dell' avvocato Fabrizio Pessina, noto agli addetti ai lavori per l' esperienza pluridecennale nella creazione e gestione di schemi societari con base nei paradisi fiscali, dal Lussemburgo al Liechtenstein, dall' isola di Madeira alle British Virgin Islands finoa Panama. Nella squadra, secondo gli inquirenti, Merello raccoglieva i clienti, il commercialista Zanoni studiava le soluzioni tecniche per evadere/eludere le tasse, mentre l' avvocato Pessina dava attuazione societariae bancaria. A loro viene contestata l' associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e all' emissione di fatture false.
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