lunedì 18 settembre 2017

POLITICHE DELL'EDUCAZIONE. LA 'BUONA SCUOLA' SECONDO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. V. SANTARPIA, Mattarella: «La scuola è la grande questione nazionale», CORRIERE DELLA SERA, 18 settembre 2017

(...) Alla scuola il «compito di formare i giovani cittadini della Repubblica», ricorda il capo dello Stato. «La scuola contribuisce in maniera determinante a definire e consolidare le loro speranze, a mettere insieme intelligenza, creatività, il domani della nostra civiltà, della nostra democrazia. È questa l’essenza della scuola». 



Ci si chiede «perché non sia riconosciuta adeguatamente», visto che costituisce un grande cantiere di «eguaglianza sostanziale, veicolo di mobilità sociale»: eppure, sottolinea Mattarella, «ogni risorsa impiegata per migliorare la formazione rappresenta un capitale che cresce negli anni e moltiplica i suoi effetti. È sempre meglio investire nella scuola». Il futuro, dice Mattarella agli studenti, vi appartiene, ma comincia da oggi: anche dal rifiutare i vandalismi, come quello subito proprio dalla scuola di Taranto ad aprile scorso.«Quando si danneggia una scuola, viene ferita l'intera comunità nazionale. Allo stesso modo quando una scuola risorge dalle macerie del territorio, quando viene restituita, pulita e decorosa, ne trae beneficio l'intera società». (...)
Tutti temi che vanno affrontati al passo coi tempi, senza rimanere fermi in una «immagine cristallizzata, immutabile nel tempo, specialmente nella stagione in cui viviamo, dove i continui e impetuosi cambiamenti culturali, sociali e tecnologici impongono continue riflessioni, frequenti aggiornamenti, modifiche e riforme». Mattarella sa bene che «ogni volta che si annunciano o si prefigurano cambiamenti nel mondo della scuola, si avvia immediatamente una discussione accesa, con toni talvolta aspri. Non sta certo a me prendere posizione sull'una o sull'altra proposta», rileva il presidente della Repubblica, che però osserva «che molti denunciano ritardi e inadeguatezze, vere o presunte, del sistema scolastico italiano di fronte alle sfide dei tempi e che, per contro, ogni ipotesi di novità trova spesso opposizioni pregiudiziali, suscita malumori e proteste». (...)

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