Cancellare la riforma della prescrizione introdotta nel 2019 dalla cosiddetta legge Spazzacorrotti, che blocca il decorso del termine dopo la sentenza di primo grado. L’ennesimo assalto alla normativa voluta dall’ex ministro della Giustizia M5s Alfonso Bonafede arriva da un ordine del giorno di Azione-Italia viva al decreto Rave in discussione alla Camera, che impegna il governo “a predisporre, con una rivisitazione organica, il ripristino della disciplina della prescrizione sostanziale in tutti i gradi di giudizio, rimuovendo le criticità derivanti dalla legge 3/2019″, cioè appunto la Spazzacorrotti.
Il primo firmatario è Enrico Costa, vicesegretario di Azione, noto per le sue posizioni iper-garantiste e attuale presidente della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio. Ma l’atto porta le firme di tutti i deputati del gruppo di Renzi e Calenda. E a quanto riferisce Repubblica, sul testo c’è l’ok del governo tramite il sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, della Lega: fonti di maggioranza riferiscono all’Ansa che è plausibile pensare che l’odg possa essere accolto con parere favorevole. “Se passa è un grande risultato”, scrive Costa su Twitter.
L’effetto della norma Bonafede in realtà è già stato quasi neutralizzato dalla riforma del processo penale varata dalla sua successora in via Arenula, Marta Cartabia, che ha introdotto il meccanismo dell’improcedibilità: anche se la prescrizione sostanziale (cioè l’estinzione del reato) non esiste più dopo la sentenza di primo grado, il processo “muore” comunque se non si conclude entro due anni in Appello e un anno in Cassazione (con alcune eccezioni per i fascicoli particolarmente complessi). L’approvazione dell’odg non avrebbe effetti immediati, trattandosi di un atto di indirizzo. Sarebbe però l’ennesimo segnale dell’intenzione del governo di smantellare tutte le previsioni più importanti della legge anticorruzione, dopo la restituzione dei benefici penitenziari ai condannati per reati contro la p.a. (approvata con un emendamento allo stesso dl Rave) e al disegno di legge per impedire di far ricorso alle intercettazioni mediante trojan nelle indagini su quegli stessi reati.
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