Il pacchetto di riforme avanzato dalla nuova maggioranza è più liberale di quello che propose l'ex presidente François Hollande, e che gli fece perdere consenso. La differenze è che Macron aveva dichiarato in maniera esplicita quali fossero le sue poizioni. La nuova normativa, promossa per decreto, verrà votata il 22 settembre.
I sindacati temono che la riforma voluta dalla nuova maggioranza possa indebolire la posizione dei lavoratori nei confronti delle aziende e ridurre notevolmente il ruolo e il peso delle confederazioni dei lavoratori, aggirando di fatto il sistema dei contratti nazionali con la contrattazione che scende a livello delle singole imprese per le società sotto i 50 dipendenti.
La prima contestazione contro Macron si svolge mentre il presidente è volato nelle isole caraibiche, colpite dall'uragano Irma. La decisione di recarsi a St. Martin, territorio franco-olanedese che ha subito i maggiori danni, è stata presa domenica, dopo una riunione di emergenza con il governo.
Il fronte sociale non è però compatto. Gli incontri con le diverse sigle, organizzati dal governo per tutta l'estate, hanno avuto l'effetto di dividere le confederazioni. Force ouvrière ha accettato di partecipare alla concertazione, apportando delle modifiche al testo di riforma e decidendo di non partecipare allo sciopero di oggi. L'altro grande sindacato, la Cfdt, ha disertato la piazza, spiegando che "non sarà una manifestazione di lavoratori, ma di militanti", come riportato da Le Monde.
Un'altra divisione c'è stata con con J. L. Mélenchon, che alle ultime elezioni ha preso
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