Immagine dal sito del CORRIERE.IT
L'istituto è la scuola elementare Anita Garibaldi in via Dei Carrara, e la rappresentazione "proibita" il classico presepe vivente. La palla di Natale è stata presa al balzo e rilanciata sui social dal leader, Matteo Salvini: «Si avvicina il Natale e spuntano di nuovo `dirigenti scolastici´ che vogliono impedire le recite ai bambini - scrive su Twitter -. Non si tratta solo di religione, ma di storia, radici, cultura. Viva le nostre tradizioni!». La Alessandrini è un’altra pasionaria della scuderia leghista, attivissima in Rete: il mese scorso, ad esempio, ha aspramente criticato il progetto gender di una scuola primaria, che avrebbe contemplato il gioco con soldati rosa e bambole blu. «Non ho niente da dire e non ritengo di dover prestare il fianco a questi attacchi di tipo politico - ribatte la preside Maria Elisabetta Mascio, contattata telefonicamente da Terni Today -. Invito solo le persone ad andare a visitare il nostro sito, dove troveranno le foto del vescovo di Terni che soltanto venerdì è venuto a farci visita a scuola». Nessun ripensamento, dunque.
La polemica
Iniziativa rispettosa della laicità delle istituzioni dello Stato, nel nome dell’integrazione, o un politically correct esagerato? Il dibattito divampa. «A volte il silenzio è d’oro - afferma la vicepresidente dei senatori di Forza Italia, Alessandra Gallone -. La risposta della dirigente è imbarazzante: parlare addirittura di limiti da non superare, e chiamare in causa il principio di laicità è un esercizio della moderna arretratezza culturale che imperversa in alcuni istituti». «Disperdere i nostri valori religiosi - continua -, indebolire le nostre radici cristiane e i simboli che le caratterizzano è un danno enorme che facciamo ai nostri figli: ignorarlo è una forma di intollerabile intolleranza». A difesa della preside interviene il capogruppo in consiglio comunale di Senso civico, Alessandro Gentiletti: «La protesta è fuori luogo - dice sempre a Terni Today -. Gli istituti scolastici sono autonomi e queste sceneggiate, insieme alle altre a cui saremo costretti ad assistere sotto il periodo natalizio, offendono l’intelligenza di quei cristiani che non hanno intenzione di seguire anacronistiche crociate». Resta una sola domanda: chi e come spiegherà, ai bambini, il motivo di tanto accapigliarsi dei grandi per una semplice recita?
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