domenica 29 dicembre 2019

BREVE CRONACA DEGLI ANNI DELLE PASSIONI TRISTI. 8. IL LIBERALE MONOPOLISTA, di M . FAGOTTO F.



   In un video che circola in rete ho ascoltato una conferenza di Angelo Maria Petroni sull'idea di libertà secondo il filone Tocqueville, Aron, Berlin, von Hayek, Friedman. Dopo aver detto che oggi è diffusa l'idea secondo cui la libertà è foriera di sviluppo e di crescita economica, il Nostro continua affermando che gli imprenditori, in Italia, non sono liberali perché preferiscono essere monopolisti ed ostili alla concorrenza. Ecco la ragione per cui in Italia apprezzerebbero e voterebbero i governi di centro-sinistra (per il Nostro, in Italia esisterebbero governi di questo tipo, con la presenza di posizioni di sinistra) che garantiscono loro, appunto, il monopolio dell'attività e l'assenza di concorrenza. Una posizione che fa accettare una tassazione alta compensata da altrettante lucrose convenzioni e sovvenzioni.



   Questa rappresentazione del mondo imprenditoriale italiano non ricorda qualcuno di cui il nostro "liberale democratico" (così si definisce) è stato fedele adepto, lautamente ricompensato con incarichi (una lunga e intricata storia, fra il 2005 e il 2009, quella degli incarichi nel CDA Rai, mentre le nomine avvenivano a palazzo Grazioli, come nelle società aristocratiche) in aziende non private, ma pubbliche come la RAI? E i governi di centro-sinistra, qui evocati ma mai visti nella storia degli ultimi trent'anni, non sono forse, piuttosto quei governi di centro-destra più volte guidati proprio dal nostro alfiere dei vari "poli delle libertà", "poli del buon governo",  "popoli delle libertà" che abbiamo ricordato in questi dolorosissimi 25 anni, governi molto noti per le famose leggi "non ad populum, sed ad personam"?

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