l fronte della guerra nucleare non sembra spegnersi. Anzi, nel 2020 la Russia di Putin potrebbe rappresentare una seria minaccia all’equilibrio mondiale tra le principali potenze.
Le ultime mosse del Presidente russo, infatti, sembrano orientate sempre più verso il rafforzamento della sua nazione su vari fronti. Tra questi, spicca il settore armi nucleari, strategico in un momento storico così complesso come quello attuale.
Dopo il riaccendersi dello scontro - mai sopito in realtà - tra USA e Corea del Nord, con l’incognita Iran sempre in agguato, la guerra nucleare potrebbe lanciare un nuovo protagonista: la Russia. Le ambizioni egemoniche di Putin, infatti, appaiono grandi sia a livello militare che politico-economico.
Guerra nucleare: Putin ha un missile unico al mondo. I dettagli
Finale di anno incandescente sul fronte nucleare: appena due giorni fa - venerdì 27 dicembre - Putin ha annunciato al mondo la sua rinnovata potenza. La Russia, infatti, ha presentato un nuovo modello ipersonico di missile nucleare, già testato e pronto a colpire.
Il suo nome è Avangard ed è capace di viaggiare 27 volte più veloce del suono, sganciando una forza letale di due megatoni su obiettivi ovunque sparsi nel mondo. Putin ha commentato con soddisfazione e orgoglio la novità missilistica.
L’arma, infatti, garantisce alla nazione russa un primato strategico nella difesa militare. Innanzitutto, il missile ipersonico non può, al momento, essere intercettato e fermato. La sua corsa verso l’obiettivo da colpire è stata paragonata a quella di un meteorite o una palla di fuoco, che svincola qualsiasi scudo anti-missile.
Inoltre, il rivale di sempre, gli Stati Uniti, non sembra stare al passo con l’avanguardia militare della Russia. In una ipotetica guerra nucleare, quindi, Putin potrebbe esibire una forza maggiore. Il Pentagono ha diversi programmi di armi ipersoniche in sviluppo, ma il segretario alla Difesa Mark Esper ha detto ad agosto che non saranno operativi prima di due anni.
Il nuovo imperialismo russo: quale strategia?
La strategia di Putin sta diventando sempre più aggressiva, a dimostrazione di voler assumere una posizione da protagonista tra i potenti del mondo. Non solo il rafforzamento dell’arsenale missilistico. A testimoniare il rinnovato imperialismo russo ci sono anche altri segnali, che potrebbero rafforzarsi nel corso del 2020.
Innanzitutto, il dinamismo in Medio Oriente è apparso subito evidente con il coinvolgimento in prima linea nella guerra in Siria. Quasi a voler colmare il vuoto lasciato dagli USA in questa terra strategica per le risorse energetiche, la Russia ha iniziato a intessere relazioni con Stati quali Turchia e Arabia Saudita, di cruciale importanza nello scacchiere geopolitico più infuocato nel mondo.
Inoltre, la lotta per il predominio sul mercato energetico è in pieno fermento, con tanto di attriti con Trump. L’ultima decisione statunitense di sanzionare le società coinvolte nel progetto del gasdotto Nord Stream 2 sono apparse proprio in funzione anti-russa. Putin, infatti, è leader indiscusso del rifornimento del gas in Europa. E le risorse energetiche, da sempre, sono strumenti di potere politico.
Infine, un ulteriore fronte strategico per l’imperialismo russo è l’Artico. Negli ultimi anni, la presenza russa militare si è intensificata in questa zona del mondo, suscitando anche le preoccupazioni della Nato. Da sottolineare, inoltre, che il 53% delle coste artiche sono sotto il controllo russo. Un punto di partenza strategico per ottenere risorse quali petrolio, pesce, minerali.
Il 2020, dunque, potrebbe essere un anno di nuove tensioni sul fronte guerra nucleare. Osservata speciale, in questo contesto, sarà la Russia di Putin.
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