sabato 28 dicembre 2019

BREVE CRONACA DEGLI ANNI DELLE PASSIONI TRISTI. 7. P. BUTTAFUOCO, Berlusconi ha vinto e s’è preso tutto: “Salvini e Renzi sono i suoi veri eredi”, IL FATTO QUOTIDIANO, dicembre 2019

La foto di Antonio Di Pietro ospite di Nicola Porro a Rete4 dice tutto ma proprio tutto: Silvio Berlusconi s’è preso, infatti, qualunque cosa.
Bianca Berlinguer cerca di avere in studio a Rai3 Barbara D’Urso, non riesce a scalfire le granitiche esclusive della star, e a Mediaset, giustamente compiaciuti dell’invito, dicono: “Abbiamo vinto”.


Stefano Balassone, nientemeno su Repubblica, con schiettezza e onestà segnala positivamente Porro da un lato e Barbara Palombelli dall’altro, rispettivamente conduttori di Quarta Repubblica e Stasera Italia, e si va così a smantellare l’egemonia de La7 sui talk di politica. La rete che fu di Emilio Fede diventa, infatti, anche con la nostra Veronica Gentili nel fine settimana, uno spazio di approfondimento da servizio pubblico, e adesso che l’uomo delle tivù, il fondatore di Forza Italia, il titolare dell’unico ismo politico fuori dal Novecento – il berlusconismo – se ne resta sullo sfondo, bisogna dirlo: la famosa somma che fa il totale è la sua.
Suo erede è Matteo Renzi, reclutato nella serra calda de La Ruota de la Fortuna, suo successore è Matteo Salvini che si presenta alla gara de Il Pranzo è servito. I Cinquestelle, sia come reazione a lui, sia come emulsione della sua stessa maionese – il pop, la rottura di ogni mediazione – sono debitori della sua irruzione in scena.
I giri di riscaldamento per poi giocare con il comico Beppe Grillo, gli italiani se li sono fatti con l’eccentrica discesa in campo di un impresario di spettacolo qual è Berlusconi e anche l’antiberlusconismo, manco a dirlo, non può che consegnarsi mani e piedi a lui per tirarla per le lunghe, finché dura.
Se ne sta appartato, il Cavaliere, e non ha più necessità di muoversi perché perfino Donald Trump c’è perché già c’è stato lui. Figurarsi se nel Regno Unito non può esserci oggi Boris Johnson, dichiaratosi a suo tempo suo ammiratore, e nella sua sequela ci sono gli imprenditori: l’immaginifico Diego Della Valle, quindi lo stesso suo acerrimo nemico, Carlo de Benedetti – che è quasi il suo Rockerduck, l’alter ego – e Urbano Cairo, infine, allievo sì ma nella beata nicchia dello chic: il Torino come squadra di calcio, la7 come tivù e il Corriere della Sera accuratamente narcotizzato per gli usi dell’establishment, del mainstream e del solito cucuzzaro.
Tutto e il contrario di tutto s’è preso, Berlusconi. La ragazza a suo tempo oltraggiata nei girotondi del ceto medio riflessivo – Mara Carfagna, simbolo della bellezza telegenica – è oggi venerata dagli stessi che nei loro sabba di lotta e di salotto ne facevano oggetto di una bestiale campagna sessista; dall’impresentabile all’autorevole il passo più che breve è intercambiabile, finalmente Carfagna è come dire una Marta Cartabia ma Berlusconi s’è preso tutto perché copre tutti i target: sull’animalismo c’è Michela Vittoria Brambilla col suo maialino, in tema di sardine c’è Francesca Pascale e la sua industria editoriale, la sua Mondadori, con la sua Einaudi – e chi più ne ha, più ne metta – foraggia tutte le mosche cocchiere del potere culturale.
Sta sullo sfondo, Berlusconi, ma non vuole saperne di perderne ancora di tempo con le vicende minute. Al congresso del PPE, a Belgrado, cade. Lo riportano immediatamente a casa per gli accertamenti con l’aereo suo, con tutti quelli intorno preoccupati di una frattura del femore, del piede, della caviglia e a un amico che gli domanda – “Presidente, cosa s’è rotto?” – annoiato e sfastidiato, Berlusconi risponde: “Ma cosa vuoi che mi sia rotto… mi sono rotto i cogl***!”.

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