Aumenta il disimpegno dei deputati nell'era della "strana" maggioranza. Il record dei Responsabili, nel Pd i più assidui
Ghedini: l'avvocato del Cavaliere ha partecipato, da dicembre a giugno, a una sola votazione, a gennaio, su un totale di 1.026.ROMA - Prima c'era solo lui, o quasi, in testa alla classifica: Antonio Gaglione, il chirurgo pugliese del Pd, riuscì a far imbestialire anche Rosy Bindi per il record di assenze alle votazioni della Camera e dovette allontanarsi dal partito. Ora, con un 85% di voti mancati per il Gruppo misto, non ha più lo scettro di Mr Assenteismo: lo confermano gli ultimi tabulati della Camera, rielaborati dall'agenzia di stampa Dire . A strappargli il titolo sono stati Niccolò Ghedini e Silvio Berlusconi del Pdl. L'avvocato del Cavaliere ha partecipato, da dicembre a giugno, a una sola votazione, a gennaio, su un totale di 1.026. Berlusconi ha votato solo due volte, a gennaio e nel mese di febbraio.
Ma sono decine i deputati che hanno disertato sistematicamente i lavori d'Aula: il tasso di assenteismo medio a Montecitorio, complice forse l'ampia e strana maggioranza Pdl-Pd-Terzo polo che «blinda» sulla carta l'approvazione dei provvedimenti, è del 20,05% nel periodo in esame del governo Monti. Come se da dicembre 2011 a tutto giugno 2012, un quinto dei 630 deputati, e parliamo di 126 parlamentari, non si fosse mai presentato a votare. La maglia nera delle presenze va ai deputati di Popolo e territorio, che, a dispetto del nome con cui erano nati politicamente («I Responsabili»), hanno disertato l'Aula, in sette mesi, 33,7 volte su 100. Cade dalle nuvole il capogruppo Silvano Moffa: «Ci sono deputati che non brillano per la presenza e altri che fanno di tutto per partecipare alle commissioni e alle votazioni, come faccio io», minimizza. Pronto a bacchettare qualcuno? «No, però farò sicuramente una ricognizione, perché ho sempre pensato che sia importante esserci, votare, fare il proprio dovere».
Intanto i «bocciati» delle presenze sono in buona compagnia. Il secondo posto spetta al Gruppo misto, dove i deputati si attestano sul 30% di assenze. Medaglia di bronzo ai finiani, che nel 25% dei casi non hanno partecipato alle votazioni. Poco dopo il Popolo della libertà, che si attesta al 22,8%, seguito dall'ex alleato, la Lega Nord, che, nonostante le disavventure interne, ha timbrato il cartellino con una certa costanza, disertando l'Aula solo il 14,4% delle volte. I deputati dell'Udc sfoggiano un 13% di assenze, mentre l'Italia dei valori si colloca subito dopo, con il 12% di deputati che non hanno risposto all'appello del voto. I più virtuosi? I Democratici, che con il 9,5% di mancanze alle votazioni chiudono l'amara classifica.
Un'allergia, quella ai banchi parlamentari, che sembra accentuata dal caldo degli ultimi mesi. Andando a considerare solo quello di maggio, infatti, sono diversi i deputati che hanno toccato o sfiorato quota 100%, ovvero che non si sono mai fatti vedere in Aula. Come Silvio Berlusconi, Ignazio La Russa, Niccolò Ghedini, Simone Di Cagno Abbrescia, del Pdl. Ma anche Umberto Bossi e Marco Reguzzoni della Lega, e Gianfranco Micciché del Gruppo misto. Non sono da meno Denis Verdini (99,24% di assenze), Michela Vittoria Brambilla (98,10%), Giulio Tremonti (97,34%), Vincenzo Barba e Maria Rosaria Rossi (96,20%), Antonio Angelucci (93,16%), tutti del Pdl. A giugno, ricorrono più o meno gli stessi nomi. Ad anticipare le «vacanze» Berlusconi, La Russa, Ghedini, che continuano a non votare, raggiunti da Verdini e Tremonti. Fantasmi dell'Aula, come Micciché, Luca Barbareschi (Gruppo misto) e Marilena Parenti, del Pd, subentrata il 7 giugno ad Antonello Soro. E come Massimo Calearo (Popolo e territorio), che d'altra parte aveva detto qualche mese fa che in Parlamento non ci andava quasi più, e che lo stipendio da deputato gli serviva a pagare un mutuo. «C'è una demotivazione generalizzata per la situazione politica - prova a spiegare Moffa -. Ma chi non fa di tutto per essere presente sarà bocciato: non da me, dagli elettori».
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