Dopo aver letto il desolante, ma purtroppo realistico, quadro del nostro Paese, tracciato da Pietro Paganini su «La Stampa» del 24 dicembre, mi sono chiesta ancora una volta: da dove cominciare per migliorare la situazione?
Io credo che la scuola, il luogo da cui tutti, ma proprio tutti, passano, umili cittadini e futuri quadri dirigenti, sia il luogo migliore per cercare di diffondere nel nostro Paese una cultura capace di sconfiggere la «mediocrità» che ci assale quotidianamente.
Ma perché ciò si realizzi ci vorrebbe la volontà politica di riconoscere quello che un bidello di lungo corso e un genitore attento alla formazione culturale, e non solo alla semplice «educazione», del proprio figlio, sanno molto bene da sempre e cioè che la scuola, quella vera, la fanno i bravi insegnanti, quelli preparati e che hanno voglia e passione di trasmettere il sapere.
Questo Paese ha bisogno di riqualificare la formazione culturale dei docenti, la politica deve trovare il modo di attrarre nella scuola i migliori, non i peggiori. Si badi bene che non si tratta di promuovere maggiori investimenti nelle strutture che sono solo degli strumenti che non potranno mai trasformare un mediocre insegnante in un bravo insegnante, e neanche in «progetti» di varia natura, spesso dispendiosi, che hanno sommerso le nostre scuole in questi anni, molti dei quali con ricadute didattiche discutibili.
No, si tratta di considerare la preparazione culturale dei docenti un requisito fondamentale per combattere il virus della mediocrità. Alzare il livello culturale dei docenti è una priorità nel nostro Paese. Solo così si potrà cominciare a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel.
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