PERUGIA – Massima mobilità del voto. E’ ormai questa la linea che esce dalle urne, a ballottaggi conclusi, tracciata dal tradizionale studio post voto del professor Bruno Bracalente e dal Centro Studi di Palazzo Cesaroni. I numeri prendono in esame amministrative ed europee e testimoniano come la Lega abbia intercettato meglio di altre forze l’esigenza di cambiamento dei cittadini, agganciando quelle classi di lavoratori e operai, residenti nelle periferie, che erano appannaggio della sinistra.
Alle Europee, rispetto alle Politiche del 2018, la Lega, per esempio, prende voti dal M5S (23mila), 21mila dal Pd, 16.900 da Forza Italia e, per dire, 11.400 voti di astenuti. Il Pd attinge dal M5S per 3mila voti. Sul confronto con le Europee 2014, la Lega attinge ben 71mila voti dal Pd e 37mila da Forza Italia. Il Pd prende qualcosa dal centrodestra di Forza Italia (4.700).
Per il capitolo comunali, il dato da segnalare è come le liste civiche di centrodestra a Perugia abbiano assorbito dalla Lega: oltre il 35 per cento. Quanto ai ballottaggi: ha vinto chi è stato in grado di riportare al voto gli elettori dal primo al secondo turno. A Foligno, per esempio, Pizzoni lascia a casa il 10 per cento di voti del primo turno, ne riporta al seggio l’89,4 per cento mentre Zuccarini il 92,3. Vanno a Zuccarini anche il 36 per cento dei voti dei 5Stelle e la maggior parte dei voti delle liste civiche come quello della Trombettoni e di Stefanucci.
A Gubbio su Stirati vanno i voti di Goracci (il 47,2 per cento), Farneti (11 per cento) e 35 per cento di Cardile. A Orvieto stesso scollamento di dati con il candidato del centrosinistra che riporta al voto, tra il primo e il secondo turno, solo l’86 per cento dei suoi elettori.
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