giovedì 14 novembre 2019

BREVE CRONACA DEGLI ANNI DELLE PASSIONI TRISTI. 6. DIETRO AD UN LEGHISTA C'E' UN COMUNISTA. M. BRANDO, Salvini viene dai centri sociali. E dal comunismo al nazionalismo il passo non è stato breve, IL FATTO QUOTIDIANO, 28 dicembre 2018

(...) In effetti Salvini fa parte della Lega Nord dal 1990, ma aveva una formazione “originale” rispetto alla linea del partito. Nel 1997 infatti entrò nel Movimento dei comunisti padani. “Chi non ha mai frequentato un centro sociale? Io sì, dai 16 ai 19 anni, mentre frequentavo il liceo, il mio ritrovo era il Leoncavallo. 




Là stavo bene, mi ritrovavo in quelle idee, in quei bisogni”, spiegava. Non contento, dopo fece una scelta ulteriore: “Io ero stato eletto al Parlamento padano coi comunisti padani nel ‘97. In Lega ero accusato di avere l’orecchino e la barba e di essere un po’ strano”. Lo ha “rivelato” nel 2014 durante la trasmissione Bersaglio mobile, su La7.


È vero che in quel periodo Umberto Bossi cercò di riprodurre ogni partito politico in versione leghista, per far credere che il sedicente Parlamento padano, e quindi la Lega Nord, fossero già rappresentativi di ogni ideologia. È pure vero che i due ex segretari della Lega sono stati comunisti vecchio stile: lo stesso fondatore Bossi, tra 1974 e 1975, è stato iscritto alla sezione del Pci di Verghero, frazione di Samarate (lui ammette solo qualche frequentazione, ma la tessera è stata trovata) e prima ancora avrebbe frequentato il partito di Unità proletaria per il comunismoRoberto Maroni è stato fino al 1979 comunista di Democrazia proletariaPerò il giovane Matteo era e resta una novità: veniva dai centri sociali. Immemore di quei trascorsi e (più o meno consapevolmente) di molto altro, oggi Matteo Salvini – 25 anni e 25 chili dopo – cavalca la bolla elettorale che premia, in quest’epoca di scelte politiche effimere, il suo nuovo partito. Oggi vorrebbe (fare) manganellare, anzi “ruspare”, quelli che oggi frequentano i suoi vecchi ambienti: dice cose tipo “centri sociali conigli” e “forse campano con la camorra”.

Spiegano Alessandro Franzi e Alessandro Madron nel libro Matteo Salvini #ilMilitante, a proposito del vicepremier in stile anni Novanta: “Era rapido nell’organizzare la protesta e facile bersaglio di accuse di opportunismo da parte degli avversari”, anche dentro la Lega. Insomma, il Salvini trasformista di ieri, alleato di Berlusconi, era già il Salvini trasformista di oggi, alleato del solito Berlusconi dove gli conviene e dei pentastellati nel governo. 





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