In questo periodo i media hanno puntato tutta l’attenzione sullo svolgimento del conflitto in Ucraina, gli orrori della guerra, il rischio di un suo evolversi incontrollato e di un possibile uso delle armi nucleari. In questo contesto ha trovato poco spazio una notizia positiva, riferita al nucleare: di recente la Commissione Esteri della Camera ha approvato, con il solo voto contrario di Fratelli d’Italia, una risoluzione in cui chiede al governo di realizzare atti concreti di avvicinamento al Trattato di Proibizione delle armi nucleari (TPNW).
Il trattato è il primo strumento giuridico internazionale che dichiara illegali le armi nucleari, estende quanto già sancito per le altre armi di distruzione di massa. Ne prevede la progressiva totale eliminazione, rafforzando gli obiettivi della non proliferazione nucleare. Proibisce alle nazioni di sviluppare, testare, produrre, trasferire, possedere, immagazzinare, usare o minacciare di usare armi nucleari o permettere che armi nucleari siano di stanza sul loro territorio. È stato ratificato da 61 Paesi, esclusi tutti gli alleati Nato, Italia compresa.
La risoluzione riporta che l’Italia, pur considerando gli impegni internazionali e gli aspetti di sicurezza, “ha sempre ribadito che l’obiettivo di un mondo senza armi nucleari è uno dei cardini della propria politica estera”. Esprime la consapevolezza che: “Le armi nucleari costituiscono ancora oggi una grave minaccia per l’umanità ed è quindi fondamentale continuare gli sforzi per la loro riduzione con l’obiettivo di una definitiva eliminazione”.
La Commissione conferma inoltre che le conseguenze umanitarie e ambientali catastrofiche di un conflitto nucleare sarebbero irreversibili e “appaiono inconciliabili con il diritto internazionale”. Per questo motivo la Comunità Internazionale è stata indotta a considerare prioritari gli obiettivi della non proliferazione e del disarmo nucleare.
Con la risoluzione della Commissione il Parlamento impegna il governo a “continuare gli sforzi verso l’obiettivo di un mondo libero dalle armi nucleari, rafforzando il protagonismo della diplomazia italiana in tal senso ed articolando proposte concrete e condivise”. Lo sollecita a realizzare «possibili azioni di avvicinamento ai contenuti del Trattato TPNW, in particolare per quanto riguarda azioni di “Assistenza alle vittime e risanamento ambientale”. Lo invita a considerare, in consultazione con gli Alleati, £l’ipotesi di partecipare come ‘Paese osservatore’ alla prima riunione degli Stati Parti del Trattato di proibizione delle armi nucleare, che si svolgerà a Vienna nel giugno 2022″.
Le organizzazioni Senzatomica e Rete italiana Pace e Disarmo, aderenti alla Campagna Internazionale per la messa al bando delle armi nucleari (ICAN), hanno espresso grande soddisfazione per questo passo positivo della Commissione. La risoluzione rappresenta uno dei tanti significativi risultati a favore del disarmo nucleare, conseguiti grazie all’impegno di organizzazioni laiche e religiose della società civile, attraverso tutta una serie di iniziative di sensibilizzazione.
La convinzione che possano essere gli armamenti, sempre più sofisticati e distruttivi, a garantire un futuro di sicurezza è ancora diffusa quanto illusoria. Essa è sostenuta dal potente apparato, finanziario e industriale, dei produttori di armi, che influenza in modo pesante il mondo politico e le sue scelte. E in questo periodo ha trovato purtroppo un gran successo: da parte di tutti i Paesi si stanno approvando stanziamenti esorbitanti per gli armamenti.
È evidente però che solo visioni e scelte politiche appropriate permettono una soluzione pacifica dei conflitti mediante meccanismi negoziali e costituiscono la base per una risposta non distruttiva alle crisi. Per questo è importante che la risoluzione della Commissione parlamentare sia sostenuta da sollecitazioni della società civile nei confronti del governo italiano affinché attui quanto richiesto.
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