Nuova ereditocrazia è il titolo dell'ultima copertina di febbraio dell'Economist che in un lungo articolo sottolinea come quest’anno le persone nei Paesi sviluppati erediteranno circa 6 mila miliardi di dollari. È significativo che lo storico settimanale bandiera del liberalismo economico affronti con forza e dati un tema che sembra un anatema. Infatti, negli ultimi decenni, l'eredità è diventata un fattore sempre più significativo nella formazione della ricchezza personale e delle disuguaglianze economiche. Tuttavia, paradossalmente, nello stesso periodo di tempo le imposte sulle successioni hanno registrato un crollo drastico, arrivando in alcuni casi ad essere quasi azzerate. Mentre i patrimoni ereditati crescono, spesso concentrandosi nelle mani di pochi, la riduzione delle imposte sulle eredità amplifica le disparità sociali.
Lo scontro avvenuto nello studio del Presidente degli Stati Uniti è chiaramente – ai miei occhi di psicoterapeuta – frutto di due narcisismi che si sono incrociati senza le cautele che solitamente la diplomazia adotta per mitigare il rischio di conflagrazione. Ma cosa è il narcisismo? Si tratta di un tratto di personalità che si manifesta con una grande considerazione di sé, grandiosità, arroganza, bisogno di ammirazione e scarsa capacità di capire e mettersi nei panni dell’altro (quella che comunemente si definisce empatia). Quando si manifesta in forma sana permette all’individuo di vivere una vita turbolenta ma soddisfacente. Alcune volte i tratti di personalità travalicano per cui compare una patologia per la quale la persona, come affermava lo psichiatra della fine 800, Karl Jaspers, “soffre e fa soffrire gli altri”.