ROMA ? «Esaurito quell'appeal grillino da rottamatore, Matteo Renzi mi sembra entrare in una parabola discendente, perché ora si tratta di concretizzare un programma. Vedremo...». Piero Ignazi insegna Politica comparata all'Università di Bologna e, fino a circa un anno fa, ha diretto la storica rivista culturale Il Mulino, dove continua a far parte del Comitato di direzione.
Dice che «certo, serve un rinnovamento, sia a destra che a sinistra. Però il problema non è tanto l'età ? altrimenti Napolitano non avrebbe mai potuto sedere al Quirinale ? quanto il fatto che negli ultimi vent'anni la classe dirigente ha mancato molti appuntamenti. Forse, nel centrosinistra, l'unica eccezione è stato l'Ulivo...».Renzi ha il merito di avere avviato il rinnovamento?«L'innovazione a volte è positiva e a volte negativa. Nel Pd il rinnovamento generazionale è in atto da tempo, soprattutto a livello locale: è iniziato già dai Ds di Fassino. Per quanto riguarda Renzi, ora viene il bello: l'aspetto mediatico, si sa, fa miracoli; ma, se vuole conquistare la maggioranza degli elettori di centrosinistra, deve fare proposte che siano in sintonia con quel mondo».Ritiene che non ci sia sostanza politica?«Renzi ha avuto un trattamento molto particolare di cui negli ultimi due anni ben pochi politici, e certamente nessun sindaco, ha potuto godere. La sua campagna è stata condotta da un grande esperto della comunicazione come Giorgio Gori, un uomo tanto influente nel mondo dei media da poter aprire tutte le porte. Da questo punto di vista è stato molto efficace».Sta parlando della spettacolarizzazione della politica?«Credo che finora Renzi abbia fatto soprattutto il Giamburrasca, per avere visibilità. E lo guida l'uomo che con format e spettacoli ha contribuito a creare un mondo, quello berlusconiano, falso, fatto di paillettes, un mondo dell'irrealtà. A volte mi sembra che Renzi sia un po' vecchio perché riflette la cultura degli anni '80. È più moderna la sua convention o Bersani alla pompa di benzina di Bettola? E, soprattutto, chi dei due è più vero?».Sembra di capire che alle primarie voterà Bersani.«Non ho firmato la lista per sostenerlo, sono allergico a questo tipo di cose. E poi non sono neppure iscritto al Pd. Non dico per chi, ma alle primarie voterò: tanto movimento, quelle belle file lunghe. La politica deve essere anche divertente, regalare leggerezza».Cosa dice delle annunciate non ricandidature di alcuni vip del Pd?«Si è dato grande spazio a queste notizie, ma in realtà non c'è stata decapitazione della classe dirigente. Veltroni aveva fatto sapere da tanto tempo che voleva lasciare, che voleva dedicarsi all'Africa: ora finalmente realizza il suo sogno. E D'Alema è una persona colta, preferirà sicuramente dirigere una fondazione culturale europea piuttosto che occuparsi della politica di tutti i giorni...».
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