Ieri un ‘matto’, che girava nudo per Milano, ha ucciso e ferito senza nessun motivo. Non sarebbe il caso di riaprire delle strutture dove accogliere, curare e controllare i malati di mente?”. Su Facebook il segretario della Lega nord Matteo Salvini mostra comprensione nei confronti di Davide Frigatti, responsabile dell’ accoltellamento di tre passanti a Cinisello Balsamo , uno deceduto e due ricoverati in gravi condizioni.
Eppure lo stesso “garantismo” il Carroccio (e Salvini in persona) non sembrano averlo mostrato quando casi di cronaca nera hanno coinvolto cittadini non italiani. Al contrario, ogni delitto compiuto da un extracomunitario (vero o supposto che fosse) è stato quasi sempre il pretesto per campagne politiche sul tema dell’immigrazione. A cominciare dal caso di Adam Kabobo, il ghanese che lo scorso anno uccise tre passanti a picconate a Milano e al quale Salvini augurava di 'marcire in prigione'.Così il segretario della Lega Nord sulla mancata richiesta dell'ergastolo ai danni Adam Kabobo, il ghanese che l'11 maggio del 2013 uccise a colpi di piccone tre passanti a Milano. Il pm Isidoro Palma ha chiesto una condanna a vent'anni di reclusione.Video di Francesco Gilioli Discorso simile per il caso di Yara Gambirasio, che nei giorni scorsi ha portato al fermo di Massimo Giuseppe Bossetti. Il 5 dicembre 2010, ad esempio, quando il marocchino Mohammed Fikri era stato appena fermato quale sospettato dell’omicidio, l’europarlamentare Mario Borghezio apparve sicuro della sua colpevolezza. Tanto da tuonare sulla necessità di «raccogliere le impronte digitali» perché era evidente la «necessità di introdurre un'aggravante per i reati commessi dai clandestini». Una posizione isolata? Non proprio, visto che lo stesso Matteo Salvini si diceva convinto che - a prescindere dalla nazionalità del colpevole - se era vero che «queste cose succedevano anche prima che arrivassero gli immigrati, da quando ci sono così tanti irregolari succedono di più». Insomma, la colpa era dei danni prodotti dall’“immigrazione incontrollata” e perché «c' è un senso di impunità». E siccome «Brembate è una città tranquilla e ospitale dove episodi del genere non si ricordano negli ultimi anni e se si verificano adesso un motivo ci sarà». Parole cui fa da contraltare il silenzio di questi giorni.NOVI LIGURE La fretta di incolpare gli immigrati non è arrivata solo per Yara. Un altro esempio clamoroso di uso strumentale della cronaca risale al febbraio del 2001. Delitto di Novi Ligure. Erika, quella che poi si scoprirà aver ucciso col fidanzatino adolescente madre e fratello, incolpa all'inizio due presunti ladri slavi. Albanesi, probabilmente. Occasione ghiotta per la Lega Nord, che organizza subito una fiaccolata in nome della sicurezza. In un'interrogazione immediata il parlamentare Mario Borghezio ricorda una donna stuprata pochi giorni prima chiedendo al ministro dell'Interno se non si ritiene «necessaria e urgente un'azione coordinata interforze per individuare e sradicare dalla zona le bande criminali di extracomunitari clandestini che attualmente vi spadroneggiano pressoché indisturbati, con misure efficaci ed effettive di espulsione». Criticato da tutti gli esponenti politici dopo il riconoscimento di Erika e Omar come gli autori del massacro, Borghezio non arretrò di un passo: «Citare la criminalità albanese ed extracomunitaria è un riflesso condizionato naturale di fronte al reiterarsi di episodi che hanno creato una grande paura» disse, e ancora: «Queste mie affermazioni sono la conferma che vi è una grande preoccupazione e averle citate non è nient'altro che la riprova, la dimostrazione che queste bande criminali sono troppo libere di agire». Borghezio non fu solo. Il clima anti-immigrati che si era creato lo ha ricordato in una recente intervista a Il Secolo XIX anche Mario Lovelli (Pd) che nel 2001 era sindaco di Novi: «Per la città furono giorni traumatici, c’è voluto tempo per metabolizzare la tragedia. Ricordo il giorno dopo il delitto, la reazione strumentale della Lega Nord e di Forza Italia, quando non si conosceva ancora la verità. C’era stato un consiglio Comunale infuocato, molti esponenti del centrodestra chiedevano di usare la mano pesante contro gli immigrati clandestini: si pensava che gli assassini fossero extracomunitari»I ROM DEL FALSO STUPRO Di tono simile le dichiarazioni lasciate da un esponente leghista dopo la denuncia, da parte di una ragazzina torinese di 16 anni, di uno stupro ad opera di alcuni rom. La violenza si rivelò poi falsa, un'invenzione, ma nel frattempo una spedizione punitiva andò a incendiare le abitazioni del campo nomadi della Continassa, alla periferia di Torino. In quei giorni Davide Cavallotto dichiarava: «A Torino l'emergenza rom è diventata ormai una piaga sociale. C'è voluto un episodio deprecabile come l'incendio doloso di un campo nomadi per capire che ormai la misura è colma. La politica deve mettere da parte l'ipocrisia e iniziare a fare i conti con l'impossibilità di una convivenza civile fra chi vive nella legalità e paga le tasse e chi rifiuta ogni forma d'integrazione e si macchia di reati restando impunito anche di fronte alla legge».LA CAMIONETTA ASSALTATA «Varese, ASSALTO a un furgone della POLIZIA per far scappare un detenuto ALBANESE. Primi effetti bastardi dell'infame legge SVUOTA CARCERI». Così commentava a caldo sempre Matteo Salvini la notizia di un furgoncino della Penitenziaria preso d'assalto a Gallarate, in provincia di Varese. Poi si venne a sapere che il detenuto evaso grazie alla sparatoria era Domenico Cutrì. «Per me poteva essere anche Finlandese», cerca di minimizzare allora Salvini, messo di fronte all'errore: «Cambia poco: lo svuota carceri resta una boiata».
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