L'amara scoperta per il contribuente italiano alle prese con il fisco stavolta riguarda il popolo del "modello 730", cioè coloro che sono per la maggioranza lavoratori dipendenti o pensionati, che si affidano ai Caf dove, oltre al Cud (che testimonia i redditi da lavoro dipendente o pensione), accludono spese mediche, spese per la ristrutturazione della casa, del mutuo o dell'assicurazione vita o per l'assegno al coniuge. Fino allo scorso anno entro maggio si andava al Caf, si presentavano scontrini e ricevute e il centro di assistenza fiscale passava il tutto al datore di lavoro o all'ente pensionistico che, nel giro di un mese o due, rimborsava nella busta-paga le detrazioni di spettanza del contribuente-lavoratore-pensionato.
Con la legge di Stabilità di quest'anno le cose sono cambiate per coloro che hanno diritto a detrazioni superiori complessivamente a 4.000 euro (anche di un solo euro):
questi contribuenti non hanno trovato nulla e le lamentele sono partite. "Fisco ingiusto", ha scritto un lettore. Il nuovo meccanismo infatti trasferisce l'intera partita all'Agenzia delle entrate: non sarà più dunque il datore di lavoro o l'ente previdenziale a procedere al rimborso, ma saranno gli uomini che fino ad oggi hanno fatto capo ad Attilio Befera.
La motivazione che circola è che in questo modo il controllo sulle detrazioni sarà più serrato, ma sono in molti a pensare che, vista l'aria che tira sulle finanze pubbliche, l'Erario potrà risparmiare qualcosa, almeno in termini di cassa. La legge di Stabilità prevede infatti tempi assai lunghi per la verifica che l'Agenzia potrà fare entro sei mesi, cioè entro il gennaio del 2015. Non solo: manca nel provvedimento un limite entro il quale l'Agenzia dovrà inviare il bonifico al destinatario. Visto come funziona il fisco italiano, il rischio di attendere per mesi non è escluso.
"Vengono vanificati i benefici del modello 730", spiega il fiscalista Nicola Forte. "Il Fisco - aggiunge - è troppo preoccupato del fatto che i contribuenti italiani chiedano il rimborso con dati non corretti e ha introdotto un meccanismo che limita nel tempo la restituzione dei crediti".
Ma non è solo il popolo del "730" a rimanere incagliato nelle nuove norme, che arrivano proprio mentre si parla di semplificazione fiscale, ma anche coloro che utilizzano l'Unico, per la maggioranza lavoratori autonomi e professionisti. Sempre la legge di Stabilità ha bloccato la possibilità di compensare crediti e debiti con il Fisco oltre i 15 mila euro. Fino ad oggi un artigiano o un commerciante che aveva un debito Irap e un credito Irpef (dovuto a maggiori acconti o per aver pagato più imposte) poteva in sede di Unico operare la compensazione. Quest'anno l'operazione non sarà più automatica, ma bisognerà rivolgersi ad un professionista che dovrà vistare l'operazione assumendosene la responsabilità.
Il fronte del fisco resta comunque sempre caldo: ieri il consiglio dei ministri, come annunciato, ha varato il decreto-ponte che proroga al 16 ottobre i versamenti per la Tasi nei i Comuni ritardatari che non hanno ancora stabilito l'aliquota. Il decreto sana la situazione ed è uguale all'emendamento presentato dal governo nei giorni scorsi al decreto Irpef. Con tutta probabilità il decreto di ieri sarà fatto decadere mentre l'emendamento-fotocopia diventerà legge: una operazione volta ad evitare vuoti legislativi. I Comuni che hanno stabilito le aliquote, che sono circa 2 mila, pagheranno invece regolarmente il 16 giugno. Tempi stretti e, anche in questo caso, il possibile "ingorgo" suscita preoccupazione di Caf e operatori.
Nessun commento:
Posta un commento