In mancanza di una poltrona in Parlamento qualunque seggiola va bene. Come spiegare altrimenti la scelta di Sergio D’Antoni, ex potente segretario della Cisl, ex sottosegretario nel governo Prodi, ex deputato nazionale, ex consigliere regionale in Sicilia e da sabato nuovo presidente siciliano del Coni? Dopo essere stato sonoramente sconfitto alle ultime elezioni politiche, non riuscendo a passare le primarie interne al Pd, ora l’ex paladino della concertazione ha scelto di vincere facile.
Unico candidatoNella corsa per la presidenza del Coni siciliano era infatti l’unico candidato. Una vittoria annunciata dunque, anche perché benedetta dal presidente nazionale del Coni Giovanni Malagò che già due mesi fa era sceso in Sicilia per tessere le lodi di D’Antoni “grande uomo di sport” che in passato è stato anche presidente del Palermo calcio. Vittoria scontata e primi annunci di rilanciare lo sport e non solo. «Dobbiamo riqualificare gli impianti sportivi siciliani, in particolare quelli scolastici, anche attraverso l’uso delle cospicue risorse europee inutilizzate». E poi, non dimenticando le sue origini di sindacalista, ha cominciato a volare alto. «Lo sport - ha annunciato- è un formidabile volano anticrisi, anzitutto nei valori di cui si fa portatore: socialità, merito, competitività. Un motore di sviluppo capace di determinare un ritorno, anche economico, in termini di prevenzione sanitaria e crescita della cultura della solidarietà». E infine ha incalzato i suoi ex colleghi politici: «Abbiamo bisogno di attrarre nuovi investimenti pubblici e privati, partendo anche dalle cospicue risorse europee inutilizzate. Una sfida al rinnovamento che deve affrancarsi da tentazioni clientelari e assistenzialiste».
Da destra a sinistraBellissime parole e grandi impegni che forse nessuno meglio di un ex sindacalista e un ex politico del suo calibro sarebbe stato in grado di pronunciare. Sergio D’Antoni, 68 anni originario di Caltanissetta, nella sua lunga carriera ha anche girovagato in varie formazioni di centro-sinistra e centro-destra. Dopo aver lasciato il sindacato è stato indicato come l’uomo nuovo della politica italiana che, alla guida di un terzo polo, poteva essere spendibile persino come candidato premier. Creò un suo movimento “oltre i poli” che si chiamava “Democrazia Europeo” che ottenne anche l’appoggio di Giulio Andreotti, ma qualche anno dopo si schierò con Berlusconi. Quindi nel 2002 l’elezione a vice segretario dell’Udc di Marco Follini. Ma due anni dopo cambia direzione e si allea con l’Ulivo di Romano Prodi. Per il centro-sinistra diventa sottosegretario allo sviluppo economico e poi viene eletto prima al parlamento nazionale e poi in quello siciliano. Fino all’ultima sfortunata corsa per la Camera dei Deputati nella quale viene battuto anche da oscuri candidati, risultato il settimo della sua lista. Dopo appena un anno senza una carica, evidentemente, Sergio D’Antoni cominciava ad andare in crisi di astinenza. E così ha deciso di scendere in campo per il Coni siciliano, correndo da solo con se stesso. Ora finalmente avrà nuovamente una seggiola, un ufficio, una segretaria, forse anche l’auto blu ed un’agenda fitta di impegni.
Nessun commento:
Posta un commento