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PER I DOCENTI 85 EURO LORDI IN PIÙ
E' partito il rinnovo contrattuale per i 3 milioni e 70mila dipendenti della Pubblica amministrazione: prevede, per tutti, un aumento di 85 euro lordi. Per il rinnovo 2016-2018 dei contratti di un milione e 191 mila tra docenti e amministrativi della scuola il costo a regime è indicato in 674,98 milioni di euro. Il 41 per cento dei docenti - 320 mila - guadagna meno di 25mila euro lordi l'anno e quindi, oggi, incassa il bonus mensile da 80 euro concesso da Matteo Renzi in apertura di legislatura. Con l'aumento previsto, questa larga area di docenti perderebbe il bonus: riceverebbe 85 euro per l'aumento in busta paga, ne perderebbe 80. Una beffa. C'è bisogno di risorse aggiuntive per evitarla. Alcuni sindacati, va detto, ribadiscono i loro dubbi sulla copertura degli aumenti annunciati.
IL SUPER AUMENTO DEI PRESIDI
L'ormai famosa "armonizzazione" degli stipendi dei presidi ci sarà e sarà sostanziosa. Oggi i dirigenti del resto della pubblica amministrazione, solo nella parte fissa dello stipendio, trovano una cifra quadrupla rispetto ai dirigenti scolastici: un responsabile dell'università o di un ente di ricerca guadagna in media 100mila euro lordi, un preside 58mila. Per adeguare la parte fissa della retribuzione dei dirigenti scolastici e di alcune figure dirigenziali dell'Istruzione il Miur ha istituito un fondo con 31,70 milioni per il 2018 e 95,11 milioni a decorrere dal 2019. L'adeguamento degli stipendi partirà da settembre 2018 e riguarderà gli attuali 7.993 presidi italiani: la crescita annuale sarà di 11.899,74 euro lorde a testa. Alla fine si parla di 440 euro netti al mese. Un aumento del genere non si vedeva da tempo nella pubblica amministrazione, e non è frequente anche nel privato. Il Governo Gentiloni, fatta propria la Buona scuola renziana, punta sui dirigenti scolastici come guide dei singoli istituti e li ricompensa sul piano economico." (...)
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