n attesa di vedere se e come si materializzerà l’effetto cenone l’epidemia continua ad arretrare. Gli indicatori del Monitoraggio settimanale a cura dell’Iss, all’esame stamane della cabina di regia, sono infatti tutti in discesa. Cala per la seconda settimana consecutiva l’incidenza dei contagi da 296 a 233 casi ogni 100 mila abitanti, mentre l’Rt, l’indice di contagio, scende ancora, sia pure di poco, da 0,98 a 0,91, quindi sempre più al di sotto della soglia epidemica di uno. Per la prima volta dall’inizio di questa ondina autunnale cala l’occupazione dei posti letto sia nei reparti di medicina, dal 14,8 al 13,7%, che quelli in terapia intensiva, sia pure di un solo decimale, portandosi così al 3,1%.
La maggiore incidenza di contagi si rileva ancora tra gli ultranovantenni, con 455 casi ogni 100 mila abitanti, quasi il doppio rispetto al valore rilevato nella popolazione generale, ma comunque in calo rispetto alla settimana precedente. Una sola regione, la Puglia, è ancora classificata a rischio alto, mentre sono quattro quelle a rischio moderato: Calabria, Emilia Romagna, Sardegna e Sicilia. Tutte le altre regioni sono classificate a rischio basso. Mentre dopo un mese flette in discesa la curva dei ricoveri, è in calo anche il numero dei pazienti minori di 18 anni ricoverati nei quattro ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria degli ospedali della rete sentinella Fiaso. Il dato registra una diminuzione del 22%. Nessun paziente è ricoverato in terapia intensiva. Il 76% dei pazienti è di età compresa tra 0 e 4 anni.
Dal 19 novembre al 19 dicembre 2022, nel mondo sono state 99.950 le sequenze di Sars-CoV-2 condivise tramite il sistema internazionale Gisaid e tra queste il 99,7% era Omicron. Tuttavia all'interno dell'universo Omicron, la prevalenza di BA.5 continua a diminuire, pur rappresentando ancora il 68,4%, mentre sale al 12,6% quella di BA.2 a causa della crescita della sua sottovariante BA.2.75 o Centaurus. Lo indica il bollettino epidemiologico settimanale dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms).
A livello globale, sei varianti attualmente sotto monitoraggio rappresentano il 72,9% delle sequenze nella settimana dal 28 novembre al 4 dicembre e hanno ha sostituito i precedenti lignaggi discendenti da BA.5. Sono: BQ.1, soprannominata Cerberus, rappresenta il 42,5%; BA.5 con una o più mutazioni rappresenta il 13,4%; BA.2.75 o Centaurus (9,8%), ritenuta particolarmente diffusiva; XBB o Gryphon (6,1%), BA.4.6 (1%) e BA.2.30.2 (0,1%). Sulla base delle prove attuali, precisa Oms «non esiste indicazione di una maggiore gravità associata a queste varianti sotto monitoraggio rispetto alle precedenti `versioni´ di Omicron».
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