Il richiamo ai politici: non transigere su temi come il valore della famiglia o l'importanza del matrimonio
MILANO - L'arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, nel suo discorso davanti agli studenti della Scuola di formazione sociopolitica della Diocesi di Milano ha sottolineato la differenza fra il concetto di egemonia e quello di testimonianza nella politica. «L'egemonia porta a creare gruppi dominanti e usare tutti i mezzi per ottenere i risultati - ha spiegato - Basta pensare ad alcuni fenomeni speculativi nella finanza». Mentre la testimonianza praticata dal cattolico in politica porta a «non abbassarsi a tutti i mezzi per ottenere i risultati» perché «il consenso non è condizionato dall'esito in quanto l'esito ultimo è dato dalla Provvidenza».
LA FAMIGLIA - Quindi il cattolico di fronte a temi come quelli del valore della famiglia o dell' importanza del matrimonio tra uomo e donna deve «esprimere sempre la propria idea e tentare di far sì che questa convinca in maniera adeguata tutti i nostri fratelli». Secondo Scola chi pratica la testimonianza è «disposto ad andare fino in fondo, talvolta pagando di persona per le proprie idee».
I PARTITI - «L'unità politica partitica dei cattolici è finita ma è evidente l'invito dei vescovi ai cattolici a rimanere uniti sui principi irrinunciabili», ha detto Scola, rispondendo alla domanda di uno studente sulla possibilità che possa nascere un nuovo soggetto politico unitario di ispirazione cattolica. «Per fare un soggetto politico bisogna che ci siano le condizioni e non so se c'è spazio per un altro partito - ha sottolineato - anche perché si passano mesi a discutere su temi come la legge elettorale e bisogna confrontarsi con problemi come il rischio del fallimento del Paese», perdendo una visione culturale globale. Scola ha ricordato «la stagione straordinaria di impegno politico dei cattolici dalla metà degli anni '50 fino ai primi anni '70» quando «nel nostro Paese tutti i Comuni erano amministrati da laici che appartenevano al movimento cattolico o al movimento operaio». «Le cose sono cambiate - ha sottolineato - ma bisogna ritornare ad un'unità capace di testimoniare la bellezza della nostra esperienza». L'arcivescovo ha ribadito la necessità che «nascano nuove generazioni di laici politici cristianamente ispirati, senza rottamare nessuno perché è giusto "autorottamarsi" quando ci si sente vecchi».
LA POLITICA - Secondo Scola «l'avversario della politica è la tecnocrazia a livello planetario» e «lo strapotere della tecnologia con la pretesa di neutralizzare il campo del politico». L'arcivescovo ha sottolineato che «fare politica è sempre più identificato come attività partitica». E la conseguenza è «il fatto che la politica è esposta a un'autoreferenzialità che la separa dalla realtà e la riduzione della politica a un compromesso teso all'autoconservazione».
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