Per il made in Italy si tratta di una vera e propria assicurazione sul futuro. Peccato che a pensarci siano stati solo i tedeschi. Scadranno infatti il prossimo 8 settembre le iscrizioni alla selezione di 48 studenti dell’Emilia Romagna che avranno la possibilità di prendersi il diploma di scuola superiore frequentando non solo le aule scolastiche, ma anche le officine della Ducati e della Lamborghini. Le due storiche aziende dei motori, la prima di Bologna, la seconda di Sant’Agata Bolognese, entrambe di proprietà del Gruppo Volkswagen (tramite la sua controllata Audi), saranno le prime in Italia a portare nei loro stabilimenti gli alunni delle due scuole superiori bolognesi, Aldini-Valeriani e Belluzzi-Fioravanti. A pagare i due anni di formazione saranno le stesse aziende, che daranno ai loro 48 tirocinanti 600 euro netti al mese.
Gli annunci campeggiano da giorni sui siti dei due istituti scolastici e su quelli delle due case motoristiche. L’accordo, firmato lo scorso 4 agosto dalla Regione Emilia Romagna e dall’Ufficio scolastico regionale prevede che possano partecipare alle selezioni i ragazzi dai 16 anni (che non hanno compiuto 25 anni al 31 maggio 2014) e che nel “2012-2013 o 2011-2012 o 2010-2011” abbiano conseguito “la qualifica professionale di operatore meccanico, operatore meccanico di sistemi, operatore dell’autoriparazione”, siano “privi del diploma di scuola secondaria di secondo grado e non frequentino alcun corso di istruzione”. Inoltre il bando prevede che i candidati dimostrino “passione, motivazione e interesse per il mondo della moto o dell’automobile e verso una professionalità di tipo tecnico”. Al termine del biennio i giovani potranno sostenere l’esame di Stato per conseguire il diploma di istruzione professionale che consentirà loro, se vorranno, di proseguire anche all’università. Il 25% dei posti a disposizione per accedere al progetto sarà riservato a ragazzi provenienti da famiglie il cui Isee non sia superiore ai 15 mila euro.
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A ottobre si partirà con un periodo iniziale di lezioni nelle scuole, poi da febbraio 2015 a queste si affiancheranno le ore in fabbrica, sotto la guida di istruttori professionali e personale esperto delle due aziende. L’unico mese di stop per i ragazzi sarà agosto 2015, mentre per chi non sarà promosso al secondo anno è prevista la sospensione del percorso e lo stop all’erogazione dei 600 euro mensili. Il bando non prevede automaticamente alla fine del biennio una assunzione del giovane, ma è chiaro che le due aziende hanno tutto l’interesse a formare il proprio possibile personale futuro. La più soddisfatta della novità sembra essere la Fiom che assieme agli altri sindacati ha dato il via libera all’esperimento. “Intendiamoci: i ragazzi sono degli studenti. Non lavoreranno, non faranno produzione, ma due laboratori verranno messi in piedi per loro. Lì faranno studio e pratica”, spiega a ilfattoquotidiano.it Bruno Papignani, segretario regionale delle tute blu Cgil. “È da tempo che insistiamo sulla formazione anche di chi già lavora in fabbrica. In questo caso, il merito è della Fondazione Volkswagen: sono stati loro a spingere perché si arrivasse a questo risultato”. La Fiom dall’arrivo nella motor valley emiliana della holding dei motori germanica (prima con l’acquisto della Lamborghini, poi con quello più recente della Ducati), non ha mai fatto mistero di apprezzare la loro idea di fabbrica e l’approccio nei rapporti con gli operai: “Sia chiaro, non vogliamo idolatrare nessuno, ma di certo per noi l’arrivo dei tedeschi ha significato avere relazioni sindacali lontane mille anni luce da quelle intrattenute con la Fiat. I tedeschi quando noi parliamo di formazione sono molto attenti e partendo dalle nostre proposte magari a volte ci superano pure”, spiega Papignani. L’esperimento del diploma in officina intanto potrebbe replicarsi anche con altre fabbriche: già si vocifera di altre aziende bolognesi che assieme ai sindacati starebbero trattando per portare la scuola in officina.
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