mercoledì 6 luglio 2022

EPIDEMIE GUERRE CAMBIAMENTI CLIMATICI E (IM)PREVEDIBILITA'. NELL'ERA DELLE EPIMETEOCRAZIE, di M. FAGOTTO, 6 luglio 2022

 Leggi anche: F. Bianchi, Come si fa a vivere nella società del rischio ignorando il rischio? DOMANI, 16-07-2022

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"Sapevamo che prima o poi sarebbe successo", "Avremmo dovuto pensarci prima"...quante volte abbiamo sentito queste espressioni in questi ultimi anni? Ad ogni evento problematico e spiazzante, piovutoci addosso in mezzo allo stordimento continuo prodotto dal divertimentificio della società dello spettacolo, ecco, nei commenti dei giorni successivi, la litania di queste ipocrite espressioni.

E' accaduto per la pandemia: quante avvisaglie c'erano state negli ultimi venti anni fra allarmi per le influenze di ogni tipo, aviaria, SARS, MERS e quant'altro? Se i governi preparano piani per prevenire epidemie sarà segno di qualcosa o no? Poi accadeva che le epidemie, quando c'erano, colpivano mondi lontani dall'occidente protetto ed evoluto, per cui, chi se ne frega se a morire o a star male sono gli altri?

Così è stato per la guerra in Ucraina. Anche in questo caso, evento imprevedibile? A guardar bene la storia della Russia, esattamente il contrario. Senza ricordare le invasioni russe al tempo dell'URSS (Ungheria e Cecoslavacchia), non è che la Federazione russa se ne sia stata con le mani in mano dopo il 1989. Qualcuno ricorda le "guerre di Eltsin"? Piccolo elenco: Georgia, 91-93; Moldavia, 92 (qui si consolidò la Transnistria, enclave russofono separato dalla Moldavia); Inguscezia, 92; prima guerra cecena, 94-96: Tagikistan, 92-97; Daghestan, 99. Nel 2003, Putin al potere da 3 anni, c'era  stata la crisi russo-ucraina per le isole Tuzla.




A proposito del clima, stessa storia. Nonostante risalgano a 50 anni fa i primi allarmi per lo stato delle cose, nonostante la comunità scientifica accreditata sia concorde nel ritenere la situazione particolarmente grave, la corsa al saccheggio delle risorse naturali, l'uso dei combustibili fossili, la corsa all'arricchimento e a stili di vita iper-consumistici in nome della globalizzazione capitalistica si sono rivelati esattamente il contrario di quanto si sarebbe dovuto fare. Il glaciologo Carlo Barbante dice sconsolato che "con lo zero termico a quota 4500 tutte le alpi sono a rischio; entro il 2030 non ci saranno più ghiacciai in Italia, mentre gli effetti della crisi climatica non sono più reversibili ; noi scienziati lo diciamo da tempo, ma se ne parla solo con le tragedie" alludendo ai fatti della Marmolada (La repubblica, 4 luglio 2022). A maggio avevamo letto che sarebbero ben 12 le regioni italiane a volere mega ampliamenti sciistici!! Con l'imprevidente gestione del clima, i sapiens evoluti hanno portato a termine il proprio capolavoro. Il risultato è che da 2 anni e mezzo siamo costretti a mascherarci e a rintanarci come topi per evitare virus, missili e surriscaldamento. Davvero un bel sogno quello realizzato dall'Occidente, pessimo maestro per tutti quei Paesi che lo hanno seguito nel suo folle proposito di pensare che il mondo fosse a sua disposizione 24h/24.



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