venerdì 27 gennaio 2023

EPIDEMIE PANDEMIE SITUAZIONE DOPO TRE ANNI. RUSSO, Il Covid batte in ritirata, contagi e ricoveri ai minimi, LA STAMPA, 27.01.2023

 Il Covid batte in ritirata, in Italia e in larga parte d’Europa. Il Monitoraggio settimanale a cura dell’Iss con un’incidenza che da 88 cala a 65 contagi settimanali ogni 100mila abitanti segna infatti il record minimo di casi da quando domina la contagiosissima Omicron, così come continuano a scendere sempre più rapidamente ricoveri e morti. Il tasso di occupazione dei letti nei reparti di medicina passa infatti dal 7,8 al 6,4% mentre quelle delle terapie intensive dal 2,3 scende appena al 2,1%. Anche l’Rt, l’indice di contagio, cala ancora da 0,89 a 0,73, allontanandosi così sempre più dal livello epidemico di uno.


Nessuna regione è classificata a rischio alto, tre sono a rischio moderato, le altre 18 a rischio basso.

Ma le buone notizie arrivano anche dal resto d’Europa, dove paradossalmente pur con un’incidenza dei casi così bassa l’Italia è al terzo posto per diffusione del virus, preceduta soltanto da Germania e Russia. Questo perché nel Vecchio Continente di Covid ne gira ancor meno che da noi, mentre nella settimana dal 26 al 22 gennaio i casi sono diminuiti di un buon 33% e i decessi del 44%.

Certo, a far addensare qualche nube ci sono le sottovarianti Kraken e Orthrous in particolare, che sembrano essere più contagiose ma non in grado di generare forme più gravi di malattia. I super esperti del ministero della Salute, pur non sbilanciandosi per il breve periodo, prevedono però un’estate “Covid free”.

“Al momento – spiega a La Stampa Gianni Rezza, direttore del dipartimento prevenzione del ministero della Salute- sappiamo che CH.1.1 (Orthrous) e XBB.1.5 (Kraken) sono maggiormente immunoevasive e quindi tendenzialmente portate ad espandersi con più facilità. Ma non ci sono le basi per dire che diventeranno prevalenti in Italia, perché parliamo sempre di due sotto-lignaggi di Omicron, che ha ampiamente circolato in Italia, generando una immunizzazione nella popolazione, che è ancora più protettiva quando si somma a quella da vaccinazione”. Un elemento che dovrebbe metterci al riparo da una vera e propria nuova ondata da qui a breve. Anche se Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, prevede “una fiammata di contagi tra una quindicina di giorni, determinata proprio delle nuove e veloci varianti. “Un aumento ci potrà anche essere, ma non credo che a seguito arriverà anche un’impennata delle forme più impegnative e gravi di malattia da Covid”, smorza a sua volta l’allarme il direttore di malattie infettive dell’Ospedale “San Martino” di Genova, Matteo Bassetti.

Anche per Rezza “a breve una leggera ripresa dei contagi ci può essere, ma questo perché basta la minima diffusione di una sottovariante più contagiosa per far alzare un’incidenza dei casi che oggi, fortunatamente, è ridotta ai minimi termini”. Ma scavalcato l’inverno la strada dovrebbe diventare tutta in discesa, perché partendo da una diffusione dei contagi comunque bassa, è il ragionamento degli esperti del Ministero, il rialzo delle temperature ci potrebbe regalare la prima estate a “zero Covid” da tra anni a questa parte. “Se permarrà questa specie di zuppetta di sotto-lignaggi di Omicron, nella quale nessuno riesce realmente a prevalere sull’altro -spiega ancora Rezza- potremmo anche liberarci del Covid nella bella stagione, con il virus trasformato in stagionale, così come l’influenza”. E a quel punto “basterà vaccinare una sola volta l’anno fragili e anziani, proprio come si fa per i virus influenzali”, aggiunge il super esperto di Schillaci. Anche se siamo ancora lontani dal poter dichiarare chiusa la pandemia, che l’Oms definisce tale quando un virus si diffonde in tutti i continenti. E se apriamo lo sguardo al mondo vedremo che negli ultimi 28 giorni i

contagi sono stati comunque 11 milioni, anche se la flessione c’è ed è importante: -25% in un mese, mentre i 55 mila morti sono in crescita del 13%, pur senza comprendere gli oltre 72mila ufficiali della Cina. Di virus nel pianeta ne gira insomma ancora molto e vivendo in un mondo globalizzato vuol dire che con il Covid faremo comunque ancora i conti. Anche se meno salati di prima, perché come confermato proprio dall’Oms, Kraken sarà anche più immunoevasiva e trasmissibile, ma non più grave. “Negli Usa dove si è maggiormente diffusa- rivela ancora Rezza- l’aumento dei ricoveri è stato paradossalmente più marcato in quegli Stati dove invece è meno presente”. E questo confermerebbe la sua natura più benevola della vecchia Delta o al ceppo originario di Wuhan, se non addirittura rispetto alle altre sottovarianti di Omicron dominanti in Italia. Orthrous si sta diffondendo invece maggiormente in Gran Bretagna, dove è stata rilevata la prima volta a novembre del 2022 per arrivare ora a una presenza del 19,5%. Con il caso limite di Blackburn dove è al 100%. Ma né nella cittadina del Lancashire né nel resto del Regno unito si registrano al momento impennate di ricoveri, mentre l’incidenza di contagi è comunque inferiore alla nostra. Del resto, derivando anch’essa da Omicron, dovrebbe limitarsi a colpire le vie alte respiratorie senza provocare le temibili polmoniti che tante vite hanno falciato nelle prime ondate. I dati dei sequenziamenti effettuati dalla rete dei laboratori coordinata dall’Iss dal 28 novembre hanno comunque rilevato appena 19 casi di Kraken e 85 di Orthrous. Numeri che al momento non impensieriscono più di tanto.

Resta l’incognita cinese. Il picco dei contagi c’è già stato a fine dicembre, ma l’alta circolazione del virus fa ancora temere a qualche esperto il sorgere di qualche nuova e più letale variante. Ipotesi data però tutt’altro che scontata da Rezza. “Non è affatto detto che alla fine emergano varianti immunoevasive e più letali. Questo perchè con i lockdown e le quarantene molto dure imposte alla popolazione cinese è molto bassa la quota di chi si è immunizzato dalla malattia indotta da Omicron o dai suoi lignaggi e sotto-lignaggi. Quindi il virus non viene ostacolato dalle difese immunitarie e corre liberamente. Però non ha questa necessità di dover mutare così tanto per sfuggire alle difese immunitarie. Il che ci fa ben sperare circa la possibilità che pur continuando a modificarsi non lo faccia a tal punto da poter generare forme più gravi di malattia o da aggirare le difese vaccinali”. L’estate si profila senza nubi.

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