Cartoline da una sanità malconcia. Ha scatenato un turbinio di commenti tra i lettori il reportage de La Stampa realizzato al pronto soccorso delle Molinette, tra barelle e pazienti in attesa di essere ricoverati in reparto. Decine i commenti online, anche di ex dipendenti del principale ospedale piemontese. «Ho lavorato 40 anni alle Molinette - scrive Alberto Censon - ed ho visto il susseguirsi degli eventi. Tutto parte dalle esternalizzazioni dei servizi (idraulici, muratori, mensa ecc.) Prima chiamavi il servizio interno ed in mezza giornata arrivavano i tecnici. Ora devono fare la chiamata, sperare non ci siano lavori esterni. La libera professione interna non ha funzionato. Tutti trasversalmente hanno lavorato per aumentare la convenzione esterna, verso una sanità privata. Aggiungiamo che non conviene più ad un medico, lavorare nel pubblico»
Ma Torino, a giudizio dei lettori, non è il fanalino di coda della sanità nazionale.
«Non avete idea dei tempi di attesa nei pronto soccorso di Roma - afferma Robyug -: mio padre, 92 anni, è stato tre giorni al pronto soccorso per essere poi dimesso con Covid e febbre alta. Sanità allo sbando».
Replica Lucia La Face: «Non è una novità purtroppo, in Calabria è sempre peggio la situazione come oramai nel resto d'Italia, credo si stia sottovalutando questo tema. La nostra Costituzione prevede il diritto alla salute che ahimè ci viene via via tolto». Tea Castiglione, scrive: «Successo anche a mio fratello in Lombardia.
Tre giorni in barella al pronto soccorso con polmonite ed è anche disabile».
Ce n'è per tutti. Scorrendo gli interventi, emergono commenti e lamentele anche per gli altri ospedali cittadini. «Al Martini - racconta Stefano Ballarin - mia mamma di 84 anni ha aspettato un posto letto per 7 giorni... Dico 7 giorni in barella. Poi capisci anche perché: dove c'erano le camere del reparto di medicina ora ci sono ambulatori». Racconta Susana Dagostino: «Non è certo una novità, mio padre a 93 anni è rimasto per giorni su una brandina con un ictus e malato di Alzheimer al pronto soccorso dell'ospedale Giovanni Bosco di Torino ed era novembre». Rincara la dose il lettore che si firma Grande Joe: «Situazione altrettanto drammatica al Giovanni Bosco. Purtroppo oramai situazioni simili sono all'ordine del giorno». In provincia, non va meglio. «A maggio, al pronto soccorso del San Luigi - svela Mariateresa Bisagno - ci sono stata 5 giorni».
Altri lettori, raccontano le loro esperienze alle Molinette.
«Provato di persona due mesi fa - sostiene Daniela Musso - In più le barelle non hanno cuscino, non hanno coperte ma solo un lenzuolo, e i servizi igienici sono da terzo mondo». Sofia Cuore racconta: «Non è assurdo. Mia madre ricoverata in pronto soccorso lo scorso 15 agosto è rimasta su una barella 10 giorni lì. Perché non c'era un posto in reparto. Altro che assurdo: vergognoso! 82 anni! Ora è passata a miglior vita grazie anche all'assistenza ricevuta. Questa è la sanità in questo paese». Per Marco Occhetti, i disagi raccontati non sono stagionali: «Non solo d'inverno, tutto l'anno è così». Una voce fuori dal coro c'è. «Sono stata ricoverata il giorno 18 dicembre sera e sono uscita la mattina - commenta Violetta Emanuela - ho avuto un attacco di coliche e avevo pure l'influenza, devo dire di aver trovato davvero tutte persone gentilissime che hanno fatto tutto il possibile, bisogna anche ringraziare e non sempre lamentarsi». -
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