ROMA - A Renzi resta solo la Toscana. Il sindaco di Firenze perde l'Umbria e le Marche che, al primo turno, lo vedevano in testa e mantiene soltanto il "ridotto" del Granducato con una decina di punti di vantaggio.
Bersani, invece, mette il turbo, si mangia quasi tutto il voto di Vendola e decolla in tutte le altre regioni con vantaggi in percentuale che restano al di sotto dei dieci punti solo, appunto, in Umbria (4,7%), Valle d'Aosta (7,3%) e Marche (9,3%). Poi si sale al 16,1% del Piemonte, al 20,9% del Trentino Alto Adige e al 21,1% del Veneto. In tutto il centro Nord Bersani ha più di venti punti di vantaggio. Dal Lazio (+34,3% per Bersani), il distacco a favore del segretario (ora candidato premier) raggiunge livelli altissimi con punte imbarazzanti in Calabria (75,7% a 24,2% più 51,5%), Sardegna (più 47,1%), Basilicata (più 44,5%) e Puglia (più 42,1%) dove, evidentemente ha funzionato l'endorsement di Nichi Vendola che, nella sua regione, al primo turno, era arrivato al 37,3%. Il vantaggio medio su scala nazionale è di 22,3 punti (61,1% a 38,8%).
Non c'è stata storia, dunque, in questo ballottaggio. Renzi ci ha provato, ma il popolo del centrosinistra è andato sul "sicuro" un po' in tutte le zone del Paese quasi senza distinzione. Al primo turno, il distacco era stato di circa 291mila voti pari al 9,4%. Bersani era arrivato a quota 1.395.096 schede col suo nome. Quando mancano poco più di mille sezioni da scrutinare su 9.219, il segretario ha già
superato il numero di voti (1.493.514) di domenica scorsa. Renzi, invece, è a quota 970.978. Probabile che, alla fine, resti addirittura sotto il suo bottino del primo turno (1.104.958). In sostanza, questo vuol dire che Bersani, con un numero di elettori più basso (poco più di due milioni e mezzo contro quasi 3,2 milioni), ha tenuto tutti i suoi suffragi e ha aggiunto buona parte di quelli di Vendola, della Puppato e di Tabacci che avevano invitato i loro elettori ad esprimersi per il segretario. A Renzi, invece, non è riuscita l'operazione di allargare la sua base elettorale. E' probabile che una parte abbastanza sostanziosa dei suoi elettori del primo turno non siano tornati alle urne quest'oggi. Come mai? La speigazione più logica sta nella lettura dei numeri del primo turno. Al di là delle vicende mediatiche, è chiaro che gli oltre nove punti di vantaggio di domenica scorsa hanno un po' tagliato le gambe ai sostenitori di Renzi.
Tornando all'andamento del voto area per area, si può notare che Bersani va oltre la media nazionale (60,8%) in undici regioni su venti: Liguria, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. In altre tre (Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) il segretario raggiunge dati vicinissimi alla media. In altre cinque (Piemonte, Valle d'Aosta, Veneto, Umbria e Marche) Bersani si colloca tra il 50 e il 60 per cento. Solo in Toscana, come si diceva, vince Renzi.
Un'occhiata ai risultati delle città più importanti mette in luce un dato forse inaspettato: mediamente, Bersani guadagna nei grandi centri abitati rispetto al risultato delle rispettive regioni. In qualche modo, questo mostrerebbe un Italia provinciale in cui Renzi va un po' meglio. Il che, tutto sommato, non era un dato atteso. Se Renzi, per definizione, rappresenta il "nuovo" e il "moderno", ci si aspetterebbe di trovarlo più nelle città che nei centri medio-piccoli. Ecco, comunque, il dato delle città (il primo numero si riferisce a Bersani). Tra parentesi il dato delle rispettive regioni: Ancona 62,9-37,1 (54,6-45,3), Aosta 65,8-34,2 (53,6-46,3), Bari 75,5-24,5 (70,9-29,1), Bologna 70,5-29,5 (61,1-38,8), Cagliari 71,4-28,6 (73,4-26,5), Campobasso 65-35 (63,6-36,3), Catanzaro 71-29 (75,7-24,2), Firenze 44-56 (45,1-54,8), Genova 71,2-28,8 (65,8-34,1), L'Aquila 62,1-37,9 (62,3-37,6), Milano 62-38 (60,5-39,4), Napoli 74,9-33,1 (68,7-31,2), Palermo 66,1-33,9 (66,3-33,6), Perugia 53,7-46,3 (52,3-47,6), Potenza 68,1-31,9 (72,1-27,9), Roma 70,4-29,6 (67,2-32,7), Torino 63,3-36,7 (58-41,9), Trento 60,6-39,4 (60,4-39,5), Trieste 67,6-32,4 (60,7-39,2), Venezia 71-29 (59,5-40,4).
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