Ve li immaginate Bob Woodward e Carl Bernstein che dopo loscandalo Watergate si presentano dolenti e contriti in tv, il capo cosparso di cenere, per attaccare la loro fonte anonima della Cia (“Gola Profonda”) e scusarsi per lo scoop sul Washington Post che valse a loro il premio Pulitzer e al presidente Nixon le dimissioni? Difficile: in America tutti i giornalisti sognano di stroncare la carriera all’uomo più potente del mondo.
L’altra sera, non sulWashington Post ma più modestamente a Porta a Porta, non Woodward né Bernstein, ma più modestamenteMarcello Sorgi, editorialista della Stampa, si è autodenunciato per aver pubblicato una notizia vera: le intercettazioni dell’inchiesta che, nel gennaio 2008, portò all’arresto di mezza Udeur a Santa Maria Capua Vetere, compresi la moglie e il consuocero del ministro della GiustiziaClemente Mastella, lui stesso indagato. Già che c’era, pentitissimo, ha mezzo scoperto una presunta fonte, un funzionario della Questura di Napoli che avrebbe passato a lui e ad altri giornalisti al caffè Gambrinus di Napoli cinque chiavette Usb con gli atti dell’indagine. “Rendo pubblica confessione e per questo potrei essere anche indagato”. Tranquillo, Sorgi, non c’è niente da confessare né da indagare: quelle intercettazioni erano atti pubblici, già notificati agli arrestati e ai loro avvocati nell’ordinanza di custodia cautelare.