Tra le protagoniste di questa storia ci sono bellissime ragazze straniere, pronte a concedere i loro favori in cambio di «regalini», ma figurano anche insospettabili e avvenenti fiorentine, altrettanto disponibili a partecipare a incontri a luci rosse e altrettanto desiderose di arrotondare. Quelli che ancora mancano all’appello, però, sono i nomi dei clienti. Di certo si sa solo che nelle camere dei due alberghi in riva all’Arno finiti nel mirino della Procura e nelle piscine di ville di campagna, teatro di festini a base di sesso, sfilavano professionisti noti e meno noti, ma anche giornalisti e imprenditori, avvocati e politici locali.
Le pagine degli atti di polizia giudiziaria dell’inchiesta, che conta 14 indagati per favoreggiamento della prostituzione, brulicano di omissis. E sono proprio quegli spazi bianchi a scatenare la fantasia cittadina, dando vita a un quotidiano aggiornamento di telefonate e pettegolezzi. C’è chi giura che tra i frequentatori più assidui delle alcove ci fossero soprattutto esponenti del centrodestra. C’è chi invece è convinto che, presto, spunterà anche il nome di qualcuno del centrosinistra. Ma per il momento sono solo chiacchiere da bar. Per ora, l’unico politico sfiorato, anche se indirettamente, dalle indagini è Massimo Mattei, l’assessore comunale Pd della giunta Renzi, costretto qualche giorno fa a ritirarsi dalla scena politica cittadina per un problema di salute.
La 42enne Adriana, ex modella, una delle escort al centro dell’inchiesta, - la più gettonata per inciso - per circa un anno ha vissuto gratis ed esercitato la «professione» nella casa di un consorzio di cooperative sociali che si occupa di assistenza agli anziani: dal 2007 al 2012 il consorzio (Borro) era stato presieduto dall’ex assessore. La donna aveva lavorato negli anni precedenti per il consorzio prima di rientrare in patria. Quando poi è tornata a Firenze, in un periodo di difficoltà economica, ha chiesto aiuto agli ex datori di lavoro ottenendo l'assegnazione di un alloggio gratuito. «Non sapevamo che lavoro facesse» spiegano dal Borro.
«Nessuno di noi poteva neppur sospettare che lei potesse fare un altro tipo di lavoro; diversamente, pur senza dare alcun giudizio morale, l'uso dell'appartamento le sarebbe stato negato» scrive in una lettera, l'ex assessore del Comune di Firenze, Massimo Mattei, che aggiunge: «La ragazza la conoscevo bene. Era mia amica da circa dieci anni. Di detta amicizia erano a conoscenza tutti, collaboratori, amici e familiari cui, in varie occasioni, era stata presentata». Nelle carte c'è anche un’intercettazione, in cui Adriana racconta a un amico di aver «consumato il rapporto sessuale in una stanza conferenze (probabilmente del Comune)» dove sono «stati sorpresi da una donna delle pulizie».
Insieme a lei, un funzionario comunale dell’ufficio mobilità. Ma quello sessuale non è l’unico filone dell’inchiesta. Gli investigatori stanno lavorando anche su un giro di evasione fiscale ai danni del Comune di Firenze, realizzato da hotel che non versavano la tassa di soggiorno. Nelle intercettazioni, alcuni albergatori indagati, spiegano il sistema escogitato: registrare bambini al posto di ospiti adulti
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