Matteo Renzi è giovane ma ciò non giustifica la mancanza di cultura che spiega, almeno in parte, la sua inclinazione all’approssimazione (qualità tra le meno auspicabili per la sua importante funzione).
Ogni giovane scolarizzato si suppone che abbia letto, sia pure distrattamente, l’Odissea o perlomeno che ne abbia visto qualcosa in uno dei suoi adattamenti televisivi. Per quanto curioso possa sembrare questo non sembra il caso del nostro premier che nel suo discorso a Strasburgo ha rivendicato l’eredità di Telemaco.
Quel Telemaco che, preferendolo a Ulisse citato da tutti (con suo disappunto), ha preso come modello di una generazione che deve riscattarsi.
Ulisse è una figura complessa, e ben più significativa di Telemaco, non adatta a essere utilizzata come modello prêt a porter perché elude le semplificazioni e le suggestioni. È una delle più importanti figure dell’etica (le esemplificazioni del senso di responsabilità) che ci hanno lasciato in eredità gli antichi: in lui è configurato l’incontro del senso dell’appartenenza con il desiderio della scoperta e della libertà, l’apertura (che ama l’esposizione e l’imprevedibilità) del consueto all’inconsueto, il lutto che trasforma la contemplazione del passato in nostalgia/immaginazione del futuro. Non offre soluzioni (nonostante la sua leggendaria ingegnosità) ci incoraggia a vivere in contatto con il sapere che nasce dal pathos della nostra esperienza (il sentire profondo che non disdegna né il piacere né il dolore).
Contrapporre Telemaco a Ulisse è un nonsenso. Telemaco è l’adolescente che intraprende il viaggio della ricerca del padre, il viaggio di iniziazione alla vita adulta. Che il nostro primo ministro si identifichi con lui non è una buona notizia: essendo già padre di figli ci si aspetta che il raggiungimento della maggior età sia in lui compiuto.
Telemaco si riscatta dal ruolo di figlio messianico della madre (e dal suo posto di compagno illegittimo di lei che mina il suo avvenire di uomo) riscoprendo il padre. Augurargli un destino diverso sarebbe improvvido per cui non si può che sperare che Renzi ritrovi la strada del suo vero riscatto. Ci si può, tuttavia, scommettere che questo sia già accaduto da tempo, che certe sue uscite un po’ sfortunate siano solo il frutto di letture un po’ frettolose. Sarà a causa dei suoi tanti impegni.
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