mercoledì 16 luglio 2014

ITALIA. SANITA'. FINE DELLO STATO SOCIALE. P. RUSSO, Troppe esenzioni sui ticket spunta un tetto di reddito, LA STAMPA. 16 luglio 2014

Per i ticket sanitari è arrivata l’ora di fare il tagliando. Troppo cari, soprattutto quelli su visite specialistiche e accertamenti diagnostici, ma la metà degli italiani - quelli che consumano più sanità - non li paga perché esenti o per reddito o per patologia. In quest’ultimo caso poi il diritto al tutto gratis scatta anche per i milionari. Un sistema pieno di controsensi che ora tutti dicono voler cambiare: Parlamento, Regioni e Governo.  



Ma ciascuno con la sua formula magica. L’ultima proposta la lanciano le Commissioni Affari Sociali e Bilancio della Camera, nel documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sulla sostenibilità economica del nostro Servizio sanitario pubblico che verrà presentato domani a Montecitorio. Un sistema che scricchiola perché oramai la nostra spesa sanitaria è da bassa classifica europea, perché non si fanno più investimenti per innovare gli ospedali e i cittadini spendono sempre più di tasca propria per curarsi: le stime parlamentari parlano della bellezza di 30,3 miliardi di euro.  

E se i cittadini pagano di più si deve anche ai super-ticket su visite analisi. Che il documento bipartisan propone di ridurre facendo pagare qualcosa a chi può permetterselo ed oggi è esente. Questo perché chi non paga consuma però l’80% delle prestazioni, le esenzioni per patologia (il 50% del totale) non contemplano nessun limite di reddito, che quando vale si basa su quanto di meno veritiero esista: la denuncia dei redditi Irpef. Da qui la proposta di un meccanismo di pagamento a franchigia, proporzionato al reddito Isee, l’indicatore dell’effettiva ricchezza delle famiglie. A seconda del reddito verrebbe fissata una franchigia, mettiamo di 200 euro. Fino a quella cifra si paga, quando si comincia a spendere oltre in corso d’anno ci pensa lo Stato. Più soft la linea proposta di Governo e Regioni nel Patto della salute appena siglato, che sarà però messa a punto nel dettaglio non prima del 30 novembre.  

Per ora l’idea è di considerare «la condizione reddituale e la composizione del nucleo familiare», lasciando da parte il reddito Isee, ma fissando un tetto di reddito anche agli esenti per patologia. I maggiori introiti servirebbero ad abbassare i super ticket su visite e analisi. “Quelli che hanno fatto rinunciare alle cure 9 milioni di italiani”, ricorda il Presidente della commissione Affari Sociali, Pierpaolo Vargiu. Che denuncia: “illudendosi di poter continuare ad offrire tutto gratis a tutti si finge di non vedere che fuori dalla coperta stanno finendo proprio i ceti più deboli”. 

Ma anche le Aziende sanitarie hanno i loro problemi. “Oramai subiamo la concorrenza di un privato agguerrito che per alcune prestazioni fa prezzi più bassi dei ticket”, spiega il neo-presidente della Federazione di Asl e ospedali (Fiaso), Francesco Ripa di Meana. “ Con la riforma dei ticket –aggiunge- ci so dovrebbe però porre anche il problema se sia giusto o meno dare risposta alla domanda inappropriata di prestazioni”. Una partita, quella sul consumismo sanitario, ancora tutta da giocare. 

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