Rio de Janeiro. Mentre le delegazioni di Fifa e Coi percorrevano le strade di Rio de Janeiro in occasione dei sopralluoghi nelle città candidate ad ospitare Mondiali di Calcio e Olimpiadi, in direzione opposta pullman pieni di senzatetto attraversavano le vie cittadine cercando di evitare l’incontro imbarazzante. In diverse occasioni, è stata questa la soluzione di fortuna adottata dalle autorità locali per evitare che gli ospiti internazionali potessero scontrarsi con una delle realtà di degrado sociale caratteristiche di Rio de Janeiro.
E’ stato quando però il Brasile e la città di Rio sono state scelte per ospitare gli eventi sportivi internazionali che per i moradores de rua, la situazione è diventata pericolosa. Per cercare di delocalizzare, scacciare, le migliaia di senzatetto che vivono per le strade del centro e della zona sud, è stato infatti messo a punto un piano di ‘raccolta’ e trasferimento coatto verso centri di accoglienza nell’estrema periferia della città. Dal 2011, anno di varo dello Choque de Ordem da parte della Segreteria municipale di Ordine Pubblico, le azioni di forza per ripulire le vie carioca, con intensità varia, sono state moltissime. Migliaia i senzatetto tirati via a forza dai marciapiedi, e costretti in strutture specializzate perché non pregiudicassero il decoro della città.
Negli anni le denunce sono arrivate copiose, senza però sortire alcun effetto. La situazione è così peggiorata, fino ad arrivare ai giorni del Mondiale. Con l’avvio della Coppa del mondo di Calcio ancora in corso, la pratica, continua e metodica, è diventata azione violenta. Di giorno i minibus della Segreteria municipale di Sviluppo Sociale recuperano senzatetto dalle vie del centro per accompagnarli nei centri di accoglienza. Di notte, lontano da occhi indiscreti, agenti della Guarda Municipal e soldati della Polizia Militare, minacciano, malmenano e cacciano con violenza dalle strade tanti senzatetto. Spesso i clochard vengono prelevati da piazze e marciapiedi per essere schedati negli uffici di polizia. E’ diventata così routine, forzare la competenza territoriale dei commissariati per trasportare i senzatetto in uffici lontanissimi dal centro, evitando così che una volta liberati dopo i controlli, possano rientrare facilmente nelle aree centrali. Quelli senza documenti finiscono nei centri di accoglienza a tempo indeterminato.
Nelle ultime settimane ad essere ‘raccolti’ sono stati in migliaia: oltre 660 solo nel periodo tra il 20 maggio e il 2 giugno. Via, perché i turisti della Coppa non vengano incomodati dalle richieste di denaro seduti al tavolino di un bar. Lontano, perché nessuno veda senzatetto nelle zone nobili della città, dove rappresentare la città con l’immagine da cartolina è per le autorità di Rio quasi un obbligo da ormai molti secoli. E così, la popolazione di senzatetto è stata decimata. Intimoriti, picchiati o torturati, sono stati tanti a lasciare la strada per paura di sparire dalla circolazione per sempre, come pure in tanti denunciano. Il tutto in nome di una politica di ‘igienizzazione’, portata avanti con forza per volere principalmente del Prefetto Eduardo Paes.
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