Ieri sera tardi, mentre i commentatori tv spendevano fiumi di parole e spaccavano il capello in quattro sulle prime proiezioni delle regionali, su Instagram e Twitter sbucavano alcune immagini –strategicamente studiate – in cui si vedeva Renzi intento a giocare a calcio alla playstation con Matteo Orfini. Della serie: non sono affatto preoccupato, tanto “per il governo, non cambia niente”, come aveva detto più volte nei giorni precedenti. Un premier che gioca alla playstation? Per alcuni, è stata una mossafuori ruolo, l’ennesimo gesto da sbruffoncello (perché implica: me ne frego) e per giunta giovanilista (per via della playstation).
In realtà, le foto sono perfettamente coerenti con l’immagine complessiva di Renzi, nel loro essere, come spesso accade alla comunicazione di Renzi, tanto innovative quanto rischiose, perché certamente dividono, come si legge anche dai commenti online: per alcuni “un grande”, per altri “insopportabile”. Però pensiamoci: concentrarsi su una competizione simulata (il videogioco) non implica necessariamente “fregarsene” di quella principale, ma può essere letto come un modo per controllare la tensione e ingannare l’attesa con nonchalance. E scegliere un videogioco non è male in un’Italia in cui la cultura digitale stenta a diffondersi e i videogiochi sono ancora visti da molti – erroneamente – come un passatempo da ragazzini o, al massimo, da nerd che non hanno altra vita fuori dal computer.
Inoltre è vero che dopo le regionali “per il governo non cambia niente”. Non nell’immediato almeno. E di qui alle prossime elezioni politiche, tanta, tantissima altra acqua passerà sotto i ponti, perché lo sanno tutti ormai che nelle democrazie fluide contemporanee le elezioni si decidono nelle ultime due settimane. Tanto vale, per il momento, farsi una giocata.
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