«Ci ha lasciati stamattina, alle 12.30 circa, l’onorevole Willer Bordon». Ne dà notizia una nota della sua segreteria. Aveva 66 anni e nella politica cercò sempre una sponda laica e liberale, sia pure veleggiando in numerosi partiti, compreso l’Idv di Di Pietro la Margherita di Francesco Rutelli. Ebbe l’intuizione di Alleanza Democratica, una specie di aggregato «liberal» che dopo tangentopoli cercò di riunire quel che restava della tradizione riformista italiana, polverizzata dagli avvisi di garanzia di Mani pulite. Per un certo periodo l’esperimento parve funzionare: Ad, questa la sigla, portò in Parlamento - schierati con quella che Occhetto definì «una gioiosa macchina da guerra», era il 1994 - un manipolo di senatori e deputati (anche europarlamentari). Alle successive elezioni Ad si annacquò: chi con il patto Segni chi con l’Ulivo. Bordon però riuscì sempre a trovare un suo spazio politico.
Sindaco e ministro
Bordon è stato sindaco della città di Muggia (nel Triestino) per 10 anni. Eletto per la prima volta in Parlamento nel 1987, è stato ministro dell’Ambiente, presiedendo al coordinamento interministeriale de l G8 Ambiente. Fu, inoltre, ministro dei Lavori Pubblici, sottosegretario ai Beni Culturali, presidente del gruppo «I democratici» alla Camera e de «La Margherita» al Senato. Dopo essersi dimesso dal Senato è stato docente universitario presso la facoltà di Scienze Politiche dell’Università «La Sapienza» di Roma, ed ha intrapreso diverse attività imprenditoriali, molte delle quali nel settore delle energie rinnovabili.
Rosato: «Non era un trasformista, semmai innovatore»
«Willer Bordon è stato un amico fraterno e un politico di razza». Lo afferma Ettore Rosato, presidente dei deputati Pd. «La sua è stata una parabola ascendente eccezionale: da sindaco di Muggia, piccola realtà giuliana, a ministro dei Lavori pubblici e dell’Ambiente. Un politico mai sazio di novità. Eretico nel Pci perché iscritto anche al partito radicale, a fianco di Mario Segni nei primi referendum e tra i promotori di Alleanza democratica. Poi al fianco di Antonio Di Pietro nella nascita dell’Idv e quindi nella Margherita di Francesco Rutelli. Non era un trasformista, semmai un innovatore. Willer ha sempre battuto strade nuove, cercando sintonia con i cittadini. Sapeva cogliere, come pochi altri, il nuovo che maturava nel paese. S . Con Bordon perdo e piango un amico carissimo», conclude Rosato.
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Lettore_1081871314 luglio 2015 | 14:08
ma in tasca - a differenza di altri - non gli era venuto niente
Risposta a: emerenziano**** Vedi la discussione >
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