La fiducia degli italiani nella ripresa economica cresce, mentre precipita quella in Matteo Renzi
Scivolato alla quinta posizione nella "classifica" dei altri leader europei, il premier è ripiombato ai tempi dell'opposizione interna al Partito democratico, quando da sindaco di Firenze sognava la scalata al Nazareno e la poltrona di Palazzo Chigi. Con lui sta, infatti, solo un italiano su tre. Come rivela lo studio Lo stato dell'opinione pubblica realizzato dall'Istituto Piepoli per la Stampa, sono lontani i tempi del 67% registrato subito dopo le europee del 2014.
Renzi è sempre più isolato. Gli italiani stanno iniziando a sviluppare una certa allergia. Addirittura i ministri sono più amati del premier: Pier Carlo Padoan veleggi attorno al 53%, Graziano Delrio al 52%, Dario Franceschini e Maurizio Martina al 50%. Maria Elena Boschi è sesta con un buon 43%, a pari merito con Andrea Orlando e Roberta Pinotti. Fa eccezione solo Angelino Alfano. Ma non è un buon vanto, per Renzi, essere migliore solo del disastroso ministro dell'Interno. Va, tuttavia, detto che la promessa del taglio delle tasse sulla prima casa gli ha fatto guadagnare qualche punticino. Nella rilevazione del 13 luglio era, infatti, sprofondato al 33%. Le promesse possono, però, avere un pericolosissimo effetto boomerang sull'opinione pubblica. Non dovesse riuscire a portare a termine la riduzione della pressione fiscale, l'indice della fiducia piomberebbe ben al di sotto della soglia critica del 30%. Intanto, però, può ancora godersi il primato da leader politico più apprezzato in Italia.
Solo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella fa meglio di Renzi dall'alto del suo 61%. Matteo Salvini continua a tallonarlo: secondo l'Istituto Piepoli avrebbe superato anche Beppe Grillo e sarebbe stabile al 25%, mentre la Lega Nord viaggia intorno al 16%. Nonostante sia stato lontano dalla politica, anche il gradimento di Silvio Berlusconi resta alto avendo consolidato un buon 13%. Più in generale, in caso di voto, il Pd si confermerebbe ancora il primo partito d'Italia con il 33,5% dei consensi. L'intero centrosinistra, però, non supererebbe il 38%. "Con l’Italicum, anche in caso di un listone unico, non scatterebbe il premio di maggioranza - si legge nello studio dell'Istituto Piepoli riportato dalla Stampa - servirebbe il ballottaggio". Se si presentasse unito, il centrodestra al 33,5% potrebbe, infatti, sfidare apertamente Renzi.
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