(...) Ma proprio qui casca l’asino: l’alleanza con la Lega, neppure immaginata in campagna elettorale né dopo le elezioni quando si sperava in un’intesa col Pd, rischia di spegnere le stelle più brillanti del Movimento. Salvini, sebbene più distante da certe lobby del Pd e di FI, è un mezzo Gattopardoche usa elementi di novità, soprattutto mediatici, per mascherare il riciclaggio di vecchie pratiche e vecchie pantegane (l’alleato-oppositore B., ma non solo). Se ne accorgeranno Di Maio, Toninelli, Bonafede, la Grillo, Fico e Fraccaro se proveranno a toccare i tabù del conflitto d’interessi, delle grandi opere, della prescrizione, della corruzione, dell’evasione, dei potentati sanitario-farmaceutici, dei vitalizi e degli altri privilegi di casta.
da L'ESPRESSO, 11 febbraio 2018
https://www.slideshare.net/franceskerrante/ecco-chi-ce-dietro-matteo-salvini-l-espresso-11022018
Il che spiega l’estrema prudenza con cui si muovono i ministri 5Stelle, ben lontani dalla spavalda bullaggine dell’alleato-concorrente Salvini. Questi sa benissimo di poterli sfidare ogni giorno senza rischiare di rompere l’alleanza, perché la caduta del governo danneggerebbe soltanto i grillini, costretti a giocare su un solo tavolo, mentre lui ne ha sempre un secondo di riserva: le elezioni anticipate che lo porterebbero non più al Viminale, ma a Palazzo Chigi.
Gli elettori leghisti non vanno per il sottile e digeriscono tutto, anche un eventuale ribaltone dai 5Stelle a B.: il capo ha sempre ragione. Gli elettori M5S sono più esigenti: abituati a discutere (anche troppo) su tutto, non hanno un capo assoluto, vogliono contare e mal tollerano le incoerenze. Finora molti di loro han digerito il contratto con la Lega solo perché l’Aventino del Pd l’ha reso inevitabile. Ma altri – quelli di sinistra – se ne sono andati o sono rimasti a casa. E chi si fida non dà deleghe in bianco. Perciò Di Maio&C. devono tenersi pronti a ogni evenienza: accelerando sui loro punti programmatici come fa Salvini sui suoi; e preparandosi a rompere se si rendessero conto che Salvini li usa per farsi qualche altro mese di campagna elettorale. Prima che sia troppo tardi. È vero, come dice Confucio, che non importa il colore del gatto, purché prenda i topi. Ma poi qualche topo bisogna acchiapparlo. Altrimenti è meglio cercarsi un altro gatto.
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