E meno male che è «salito» in politica per restituirle la dignità etica
smarrita. Con le sue disinvolte campagne acquisti, Monti recluta con destrezza
nuovi adepti in fuga dal Pd (ma anche dal Pdl) e li piazza subito nelle teste di
lista. Con il suo trasformismo ben stagionato, il premier tecnico pare immerso
in pieno nel clima del calcio mercato invernale, che è poi quello di
riparazione.
E, in effetti, percependo che la sua squadra, così come gliela
hanno fornita il presidente della Ferrari con l’ausilio di Fini e Casini, non è
troppo competitiva, il professore va alla ricerca di rinforzi. Per la «salita» è
disposto a raccattare tutto quanto gli consenta di scalare i bassifondi della
classifica, anche al costo di aiutare Berlusconi a vincere al Senato in
Lombardia o in Sicilia. Questo soccorso al Cavaliere è peraltro il presupposto
tacito del successo dell’operazione catenacciara orchestrata da chi «sale» in
politica in nome di una chiamata etica irresistibile. Se si fosse limitato a
discendere in campo, Monti chi sa che cos’altro avrebbe combinato.
Per
difendere con le unghie la sua Seconda Repubblica giunta ormai al crepuscolo,
Berlusconi aveva ingaggiato il fido Scilipoti. Il rattoppo ha però funzionato
per poco. E poi tutto è saltato in aria. Per edificare la sua Terza Repubblica,
Monti chiede i servigi a Ichino e ad altri transfughi pronti al salto della
quaglia per riparare all’offesa tremenda di essere rimasti fuori dalle liste. E
la sua impresa, con simili apporti di politici mossi non proprio dalla weberiana
etica della convinzione, non avrà migliore sorte di quella del Cavaliere.
Da
un esperto di flessibilità in uscita come Ichino, ci si poteva certo aspettare
di tutto per l’invenzione di fantasiose vie di fuga utili per licenziarsi da un
partito che pure lo aveva portato in Parlamento. Ma cambiare casacca dopo aver
giocato una parte di primo piano anche nelle primarie è uno spettacolo poco
nobile. Le conversioni tardive di chi, pur di conservare il seggio perduto,
cambia cavallo in corsa, da sempre appartengono alle piccole miserie della
politica. Di nuovo oggi c’è però che, con queste pratiche spicciole gestite
all’insegna della banalità del transfughismo, si intende addirittura indicare la
mappa della «salita» verso un’etica alta della politica. Monti «sale» verso un
decadente basso impero, ma lo chiama Terza Repubblica.
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