"Concita De Gregorio e altri giornalisti de L'Unità stanno pagando anche il conto dell'editore e questo non è giusto. Non solo, questa situazione rischia di minare profondamente la libertà di stampa nel nostro Paese perché nulla esclude che possa verificarsi in futuro anche in altri giornali". È quanto affermano giornalisti de L'Unità ed esponenti della Fnsi, il sindacato dei giornalisti, riuniti nella conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso la Camera dei Deputati per cercare di sensibilizzare anche deputati e senatori su quello che sta avvenendo a L'Unità. All'incontro erano presenti il tesoriere del PD, Francesco Bonifazi, e alcuni parlamentari.
In questi giorni i giornalisti de L'Unità stanno ricevendo pignoramenti e ingiunzioni di pagamento per una cifra che finora supera i 400 mila euro, dopo essere stati condannati in una serie di cause per diffamazione a risarcire i danni al posto della società editrice Nie (Nuova Iniziativa Editoriale Spa).
Ma cosa è successo? A giugno scorso la situazione finanziaria di Nie, editore de L’Unità dal 2001, è precipitata: gli amministratori hanno deciso di mettere in liquidazione la società che ha portato i libri in tribunale con 32 milioni di debiti. Da quel momento Nie non è più uffcialmente in grado di pagare i creditori, compresi coloro che hanno vinto le cause di diffamazione e hanno diritto al risarcimento da parte de L'Unità. E qui sorge il problema: la responsabilità nelle cause di diffamazione è ripartita tra editore, giornalista e direttore della testata in questa proporzione: 80 per cento per l’editore, 10 per cento per il direttore, 10 per cento per il giornalista che ha scritto l’articolo. Tutti e tre i soggetti però sono responsabili in solido: significa che se uno dei tre non è in grado di pagare, gli altri possono essere obbligati dal giudice a pagare per lui. Ed è proprio quello che è accaduto: oberata dai debiti Nie non può pagare e così il tribunale ha deciso che a risarcire i soggetti diffamati dovranno essere i giornalisti, per il totale della somma. “Questo comporta – dice Concita De Gregorio, direttore de L’Unità dal 2008 al 2011 – che io dovrò pagare ai creditori non la mia quota di responsabilità, ma la mia più quella di Nie, che naturalmente è molto più grande”.
I giornalisti coinvolti sostengono di non avere ricevuto in questi anni dalla segreteria de L’Unità né dall’ufficio legale alcuna informazione e di non essere stati aggiornati sull’evoluzione delle cause in corso. Secondo Giuseppe Macciotta, avvocato de L’Unità, invece i giornalisti hanno ricevuto informazioni costantemente. “Non sono mai stata chiamata in tribunale, né mi è mai stato chiesto di produrre carte – dice Concita De Gregorio – con una difesa adeguata, se fossimo stati in grado di produrre le carte sulla base delle quali si fondavano gli articoli avremmo vinto e sono sicura che vinceremo in appello”. Intanto il tribunale di Roma ha intimato all’ex direttore di pagare 400 mila euro di risarcimenti decretando nei suoi confronti il pignoramento della casa e dei redditi. Natalia Lombardo, altra giornalista de L’Unità, deve pagare 18 mila euro e anche lei ha ricevuto il pignoramento della casa.
Nei suoi 14 anni di vita Nie ha ricevuto oltre 60 milioni di euro di fondi pubbliciper l’editoria e il Partito Democratico, che dentro la società ha avuto poteri straordinari, finora ha fatto finta di niente.
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