er molti liceali italiani il latino rappresenta un obbligo fastidioso, un motivo di tensione, magari la causa di un debito per settembre. In Gran Bretagna, invece, dove il latino non fa parte delle materie standard del corso di studi secondario, la lingua di Cicerone sta diventando una moda. Perché i corsi proposti da alcune abbazie, come forma di educazione complementare, negli ultimi mesi hanno raccolto consensi e iscrizioni più di quanto non fosse accaduto in passato.
La summer school in abbazia
Un esempio arriva dalla cattedrale di Saint Albans, che ha promosso quest’anno corsi di latino nel chiostro, per persone dai dodici anni in su e ha avuto presenze continue e richieste per corsi estivi. Che si svolgeranno a breve, con la formula della full immersion. Una settimana a studiare latino, dalle 9 alle 16, al prezzo di 140 sterline (poco meno di 200 euro), pensata per gli studenti che vogliono migliorare ma anche per i pensionati appassionati di storia romana e per i semplici curiosi. In Gran Bretagna il latino non è una materia di studio diffusa. Le scuole superiori integrano le materie irrinunciabili come lingua e letteratura, matematica, scienze e fisica aggiungendo discipline diverse, dagli studi economici all’arte, dalla cinematografia alla cucina. Il latino risulta obbligatorio in alcune scuole private di alto profilo o all’università. Quindi pochi lo conoscono, ma molti lo stanno scoprendo. Quest’anno i corsi serali o pomeridiani di latino, che insegnavano grammatica, un po’ di storia ma anche la lettura, sono stati promossi oltre che nella cattedrale di Saint Albans in quelle di Lincoln, Southwark, Chichester, Exeter, Ely e Gloucester. Qui George Sharpley, docente che promuove i corsi durante l’anno, ha anche messo a punto una scuola estiva che permetterà agli allievi di approfondire la loro passione per le lunghe antiche durante le vacanze.
I «Latin Camp»
Del resto, in Gran Bretagna, si fanno anche dei Latin Camp, destinati soprattutto ai ragazzi. Un po’ come i nostri English Summer Camp, solo che si studiano i lirici latini, le suggestioni di Virgilio e l’oratoria di Cicerone al costo di 700 sterline (820 euro) a settimana (300 per chi non rimane a dormire e mangiare). Perché i più sensibili tra gli abitanti del paese che ha dato i natali alla lingua internazionale per antonomasia, sembrano aver capito quanto il latino sia basilare per aiutare nell’apprendimento degli altri idiomi, ma anche della grammatica in generale, dell’analisi logica e persino della logica da applicare poi in campo scientifico. E poi c’è la passione per Roma, che lasciò tracce in Inghilterra e che va studiata. Anche ai bagni romani di Bath, gioiello di archeologia e di storia, stanno pensando di promuovere delle lezioni di latino. In fondo il progetto del Latino nei chiostri, avviato da Sharpley quasi per sfida, sta lasciando una traccia importante. Con allievi di tutte le età e di diverse origini (anche immigrati dell’Europa) che seguono le lezioni e non si lasciano sfuggire le giornate di approfondimento. Dedicate a temi interessati, dalla figura femminile nell’Eneide alla storia di Roma, fino alla fotografia dell’impero durante l’epoca di Augusto.
9 luglio 2016 (modifica il 9 luglio 2016 | 09:58)
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