L'annuncio da parte di Gedi della firma di un preliminare di intesa col gruppo Msc per la cessione del Secolo XIX conferma la perdita totale di credibilità dell’editore che solamente la scorsa settimana, pur a fronte delle voci sempre più ricorrenti e a domanda diretta, aveva negato ai rappresentanti della redazione l’esistenza di ogni trattativa, smentendo anche azioni o sollecitazioni volte alla ricerca di possibili acquirenti.
Non è la prima volta che nel volgere di pochi giorni si concretizza quanto Gedi smentisce. È una vergogna, un atteggiamento inaccettabile, non rispettoso della redazione e dei rapporti col Comitato di redazione che dovrebbero essere sempre improntati alla massima correttezza e trasparenza.
Per il Cdr de La Stampa, che esprime tutta la sua solidarietà ai colleghi liguri, la cessione de Il Secolo XIX apre ora un serissimo problema rispetto al piano di prepensionamenti e di riorganizzazione in atto a La Stampa. Ovviamente questo piano va ora rivisto radicalmente dal momento che la nostra presenza sul territorio ligure è garantita da un hub condiviso con una testata che ora viene ceduta.
Per recuperare la nostra fiducia, a questo punto, l’editore dovrà dimostrare con atti concreti, e mezzi aggiuntivi rispetto ai piani attuali, la volontà di mantenere la presenza de La Stampa nelle sue storiche province di diffusione liguri come peraltro ci è stato garantito nell’ultimo incontro e per questa ragione richiediamo un incontro urgente con l’amministratore delegato del gruppo Gedi Maurizio Scanavino riservandoci la possibilità di attuare le forme di protesta che riterremo opportune.
Fin da subito dichiariamo lo stato di agitazione e blocchiamo qualunque iniziativa editoriale extra quotidiano fino a quando non saranno ristabilite corrette relazioni sindacali. Apprezziamo la volontà espressa da Gedi di voler valorizzare La Stampa come testata nazionale nell’ambito delle strategie di Gedi ma promesse generiche non ci bastano più. Servono fatti concreti e comunicazioni più trasparenti e più tempestive. Serve soprattutto un piano industriale ed editoriale che individui risorse umane, professionali e finanziarie in grado di realizzare concretamente il «progetto di media-company digitale forte, innovativa e dinamica» annunciato oggi dall'ad Scanavino e per mantenere intatto il perimetro territoriale del quotidiano. Fatti, insomma, non chiacchiere.
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