Mentre i leader chiamano il riarmo e il conflitto, la bozza del Consiglio europeo prepara il continente all’ipotesi di una guerra. Finora erano state solo parole, ora è scritto nero su bianco che all’Europa serve un piano d’emergenza proprio in caso di attacco militare. Un programma che deve coinvolgere anche i civili e la società: la bozza di conclusioni del vertice sottolinea infatti la necessità “imperativa” di una “preparazione militare-civile rafforzata nonché coordinata” e di una “gestione strategica delle crisi nel contesto dell’evoluzione del panorama delle minacce”. Invita quindi il Consiglio a portare avanti i lavori e la Commissione, insieme all’Alto Rappresentante, a proporre “azioni per rafforzare la preparazione e la risposta alle crisi a livello dell’Ue in un approccio che tenga conto di tutti i rischi e di tutta la società, in vista di una futura strategia di prontezza”.
Sono queste le frasi allarmanti su cui discuteranno oggi i leader seduti al tavolo del Consiglio europeo: un vertice di guerra in cui si voterà l’utilizzo dei profitti straordinari degli asset russi congelati per mandare altre armi all’Ucraina. Sul tavolo però finiranno anche le frasi del presidente francese Emmanuel Macron, che nei giorni scorsi era arrivato a ipotizzare l’intervento di soldati europei in territorio ucraino, salvo poi fare una parziale retromarcia. Un intervento diretto di soldati europei però non è più un’ipotesi da scartare a prescindere, non solo per Macron. Hanno un effetto diverso, dopo aver letto la bozza delle conclusioni, anche le parole pronunciate solo due giorni fa proprio dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: “Se vogliamo la pace prepariamoci alla guerra“.
Proprio in vista del vertice europeo di oggi e venerdì, Michel spiegava che i Paesi Ue devono essere “pronti a difendersi”, producendo più munizioni e spendendo di più per la difesa. Ma evidentemente anche preparando i civili all’ipotesi della guerra in Europa. E la Germania si sta già muovendo in questo senso: come raccontato da ilfattoquotidiano.it, i Comuni tedeschi hanno chiesto a Berlino di ripristinare bunker e rifugi e costruirne dei nuovi, nonché di dotare tutto il territorio di sirene d’allarme, stanziando almeno 1 miliardo di euro all’anno per i prossimi dieci anni. Quella che i vertici europei stanno portando avanti nelle ultime settimane è una “escalation comunicativa molto preoccupante”, ha spiegato a ilfattoquotidiano.it Stefano Cristante, ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università del Salento. “Le guerre minacciate sono molto più vicine alla guerra vera di una soluzione diplomatica”.
LE REAZIONI – Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha accolto con favore la proposta, già esplicitata da diversi esponenti delle istituzioni Ue di prevedere l’emissione di bond europei per finanziare il riarmo e la difesa. “Noi crediamo nell’Europa. E crediamo in una difesa europea. Gli eurobond per la difesa sono una buona idea, così come è stato fatto per il Covid. La difesa europea è un percorso che necessita anche di un sostegno finanziario, credo che abbiamo buone ragioni per convincere anche gli altri Paesi”. Dello stesso avviso il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, che arrivando al Consiglio europeo ha detto: le entrate dei profitti dagli asset russi congelati “possono essere utilizzate dall’Unione europea e, a mio avviso, innanzitutto per avere l’opportunità di acquisire le armi e le munizioni di cui l’Ucraina ha bisogno per la propria lotta difensiva”.
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