CITTA' DEL VATICANO - Anche papa Francesco si affida a una commissione di saggi - come anticipato da Repubblica - per elaborare le riforme dell'apparato interno. Sono otto cardinali più un vescovo che avrà la funzione di segretario dell'organismo che, è stato chiarito dal direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, avrà un ruolo "consultivo e non decisionale". Si tratta in effetti, come riferisce una nota della Segreteria di Stato, di un gruppo chiamato ad assistere il pontefice "nel governo della Chiesa universale e per studiare un progetto di revisione della Costituzione Apostolica Pastor bonus sulla Curia Romana".
Ed è già una rivoluzione, che si concretizza a un mese esatto dall'elezione di Bergoglio. Da questi cardinali arriveranno infatti le indicazioni per ridisegnare l'assetto del potere vaticano. Ma, in pratica, anche in questa prima fase si assumerà un nuovo equilibrio. Se infatti i tempi per la convocazione della prima riunione della commissione sono lunghi, con un appuntamento fissato solo per i giorni dall'1 al 3 ottobre, il Papa, comunica la Santa Sede, è "sin d'ora in contatto" con i cardinali consiglieri.
I nomi dei porporati scelti sono significativi. Si tratta di un gruppo che rappresenta i cinque continenti. C'è infatti l'italiano Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato vaticano, e poi ci sono Francisco
Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo emerito di Santiago del Cile ed ex presidente del Consiglio Episcopale Latino Americano; Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay; Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga; Laurent Monsengwo Pasinya, arcivescovo di Kinshasa; il cappuccino Patrick O'Malley, arcivescovo di Boston; George Pell, arcivescovo di Sidney. Il coordinamento del gruppo è affidato all'honduregno Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, salesiano e arcivescovo di Tegucigalpa, accreditato già di alcuni voti nel conclave del 2005 ma soprattutto considerato uno dei grandi elettori del Papa argentino un mese fa.
Il presule scelto come segretario della commissione è monsignor Marcello Semeraro, vescovo di Albano e in passato collaboratore di Bergoglio durante il sinodo 2001, quando l'attuale pontefice era relatore aggiunto e Semeraro era segretario speciale. Una persona di fiducia, quindi.
Padre Lombardi ha raccomandato di "evitare discorsi non pertinenti di messa in secondo piano del servizio della Curia o di diminuzione delle sue responsabilità: la Curia - ha sottolineato - rimane con tutte le sue competenze e con tutte le sue responsabilità". Almeno fin quando non arriverà a compimento l'iter della riforma. "In questo tempo - ha ricordato padre Lombardi - il Papa sta facendo il suo lavoro di conoscenza anche della Curia, dei suoi collaboratori: ci sono le udienze con i prefetti delle Congregazioni e dei diversi dicasteri". Proprio ieri, Bergoglio aveva incontrato i circa trecento membri del personale della Segreteria di Stato, salutandoli individualmente ed esprimendo loro gratitudine per il lavoro che svolgono: "So che in questi giorni voi avete lavorato di più, anche tante ore di più, e quello non si paga".
D'altra parte, il pontefice ha insistito anche stamattina, celebrando la Messa quotidiana nella cappella della Casa Santa Marta, su un concetto ripreso già nei giorni scorsi. Commentando le letture degli Atti degli Apostoli, sui dissidi all'interno delle prime comunità cristiane, il Papa ha detto: "La prima cosa che fanno è mormorare, chiacchierare uno contro l'altro". E poi ha aggiunto: "Questo non porta ad alcuna soluzione, questo non dà soluzione. Gli apostoli, con l'assistenza dello Spirito Santo, hanno reagito bene: hanno convocato il gruppo dei discepoli e hanno parlato. E quello è il primo passo: quando ci sono difficoltà, bisogna guardarle bene e prenderle e parlarne. Mai nasconderle". Gli apostoli, ha sottolineato Bergoglio non si nascondono ma " valutano e decidono, senza tergiversare". E, tra l'altro, come ricorda proprio il brano della liturgia di oggi, scelgono dei collaboratori. Proprio come ha fatto papa Francesco.
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