Sono gli escrache,organizzati dalla piattaforma degli sfrattati
Una delle tante iniziative rilanciate dal movimento del 15-M
Davanti al portone di casa, al bar, fuori dai cinema o dai teatri, sulle auto blu, fino all'ingresso delle Cortes o a Nuevos Ministerios. Senza tregua, incalzanti, implacabili: sono gli escrache , volgarmente tradotti , «sputtanamenti». E sono l'ultima forma di protesta calata dall'inventiva e orizzontale piattaforma degli Indignados spagnoli. Ovvero inseguire e assediare il politico di turno, ovunque egli sia, per sottoporgli istanze e rivendicazioni, sempre pacificamente: in questo caso, i target sono gli esponenti del Partito Popolare, al potere con Mariano Rajoy dal 2011. OLTRE 400.000 INGIUNZIONI DI SFRATTO - gli escrache sono stati plurimi nelle ultime settimane, portati avanti dalla Pah, la piattaforma che difende i diritti dei desahuciados, gli sfrattati. Che sono sempre di più. Da quando in Spagna, dopo anni di crescita che sembrava illimitata, è scoppiata la bolla immobiliare, nel 2008: le persone non riescono più a pagare le rate dei mutui. E da allora le ingiunzioni di sfratto sono stati 415.117, già eseguiti per il 61%. I manifestanti chiedono dunque alla politica di intervenire sulle banche per congelare gli espropri, di tenere in conto la tremenda congiuntura che affligge il Paese. Un disagio che in Spagna oggi si percepisce ovunque, nei discorsi, sui volti, per le strade. In quello che solo fino a dieci anni fa sembrava la terra delle meraviglie e delle infinite possibilità.
COME IN ARGENTINA- Ebbene, quando la classe dirigente non sembra intervenire in Parlamento, i desahuciados glielo chiedono dunque fin sotto casa: l'ultima a essere colpita è stata la numero due del governo di Madrid, Soraya Saenz de Santamaria. Classe dirigente che ovviamente non reagisce molto bene a questa forma di pressione psicologica (sperimentata per la prima volta dagli argentini negli anni'90 contro i militari delle dittature che non erano stati ancora processati): «nessuno merita di essere molestato, denigrato, minacciato o intimidito» ha tuonato lo stesso Rajoy.
IL CALDERONE DEL 15-M - E, al di là di come la si veda, l'escrache è una delle innumerevoli iniziative uscite dal calderone del cosiddetto Movimento del 15-M, ovvero la marea di giovani, disoccupati, pensionati, migranti che invasero le piazze della Peninsula il 15 maggio 2011 . Un movimento di protesta orizzontale e non verticale quindi, dove non ci sono guru e prestigiatori che dettano la linea (come accaduto altrove), ma istanze diverse che trovano punti di contatto, senza per forza cercare sponde in Parlamento. O farsi addirittura partito politico (come sempre accaduto altrove).
ALTRE ESPERIENZE URBANE- E per restare nell'ambito della casa, della dimensione urbana, «violentata» negli anni della speculazione edilizia, con il paradosso di migliaia di abitazioni vuote in tutto il paese, mentre c'è chi appunto vive il dramma dello sfratto, dal 15-M o intorno al 15-M si sono sviluppate altre esperienze. Ne citiamo una, ad esempio, quella portata avanti da Vic, altra piattaforma madrilena in questo caso di architetti, urbanisti e sociologi che propongono di non costruire più, ma semmai di rivalorizzare lo spazio pubblico. Promuovendo il car-sharing, portando la luce in edifici abbandonati con happening variopinti o innovando l'antica idea delle piste ciclabili (non farne di nuove, ma creare convivenze, tra automobilisti e pedalatori). Insomma per dimostrare che, di fronte alla crisi peggiore della storia spagnola recente, come si dice da quelle parti, nonostante tutto, sì, se puede.
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