1. "L'uomo e la donna che ignorano che cosa sia il mondo, non sanno dove essi stessi si trovino" (M. Aurelio) - 2. “Quel grande | che temprando lo scettro a' regnatori | gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela | di che lagrime grondi e di che sangue” (U. Foscolo)
venerdì 26 aprile 2013
IL CATTOLICESIMO DI MATTEO RENZI. Socci: Renzi? Con i cattolici «si sta comportando da ignavo, TEMPI, 23 aprile 2013
«Il comportamento di Matteo? Incomprensibile». Antonio Socci, scrittore e giornalista – nonché amico del sindaco di Firenze -, commenta così il veto di Renzi e della sua corrente nel Pd all’elezione a Capo dello Stato di Franco Marini, cattolico come lui: «Dopo averne liquidato in maniera abbastanza sprezzante la candidatura al Quirinale, sostenendo che fosse un uomo del secolo scorso, oggi Matteo plaude per la rielezione di Napolitano, ex Pci e che di anni ne ha ottantasette. Qual è il senso?».
Cosa c’era che non andava nella candidatura di Marini e che, almeno stando alle dichiarazioni del sindaco “rottamatore”, andava bene in Prodi e infine in Napolitano?
Non riesco a capirlo. A dire di Matteo, il problema era che Marini fosse stato proposto solo “in quanto cattolico”. Un ragionamento pretestuoso, visto che, almeno a parole, ha sostenuto Romano Prodi – cattolico di sinistra per antonomasia, e certo non un politico nuovo -. Se Matteo non sa distinguere la rivendicazione di fede dalla presenza sociale, culturale, politica, sindacale, dei cattolici, è molto indietro con le nozioni.
Che Renzi voglia vestire i panni del “cattolico adulto”?
Non ho detto che Matteo debba fare il teocon. Ci sono tante versioni del rapporto fra cristianesimo e politica, e modi diversi di applicarle. Lo fanno tutti i cattolici, persino Rosy Bindi. Ma lui fa finta di niente. Mentre tanti cattolici del Pd, da posizioni diverse, hanno rappresentato i cattolici in tante circostanze, Matteo sembra uscire da questo orizzonte.
Il sindaco di Firenze ha bisogno di un’ampia condivisione all’interno del suo partito, per ottenerne la leadership. Forse non gli riuscirebbe ottenerla se proponesse la sua visione cristiana della politica.
Si sta comportando da ignavo. Sembra del tutto disinteressato al fatto che i cattolici di questo paese abbiano avuto e hanno una presenza pubblica determinante nella politica e nella società, che va avanti da decenni. Non parlo soltanto di dottrina sociale della Chiesa, ma anche di movimenti sindacali, culturali, politici, di cui pure Franco Marini è esponente.
Il cattolicesimo di Renzi viene scavalcato dalla sua visione cinica e “rottamatrice” della politica?
Parlo da suo possibile elettore e da persona che lo stima tantissimo. La sua ambizione – anche simpatica, non ipocrita – inizia a dare molto da pensare. I cattolici in politica non devono mai anteporre la conquista del potere personale. Mi pare che la ricerca del potere in Matteo stia diventando preponderante su tutto il resto. E mi dispiace. Forse è perché le lobby che lo sostengono, con il cattolicesimo, con la dottrina sociale della Chiesa, con la sua storia nella politica italiana hanno poco a che fare. Ho visto per esempio che ultimamente è molto supportato da Repubblica, che fino a qualche tempo fa lo insultava quotidianamente.
Insomma, il possibile futuro leader del Pd oltre a ignorare la presenza cattolica in politica non si sta dimostrando nemmeno un politico molto “cattolico”.
Io so che la fede di Matteo è sincera e convinta. Però dovrebbe almeno sapere che dalla fede discende un’antropologia, una visione della società e dei problemi degli uomini; che c’è una ricchezza di magistero e di elaborazione culturale e politica dei cattolici impegnati; che non lui non può pensare di arrivare ai vertici di un partito e far finta che tutto questo non esista. Matteo è padronissimo di dichiararsi estraneo al cattolicesimo “impegnato”, ma non può pretendere che i cattolici ignorino il suo comportamento.
C’è in Renzi qualcosa che lo distingua positivamente da altri politici?Eccetto la sprezzante liquidazione di Marini, lui continua a essere un politico nuovo che può dare una svolta al paese. Esce fuori dalle vecchie campagne di demonizzazione ed è uno dei pochi politici di centrosinistra che non si sia detto, a prescindere, contrario a un governo di larghe intese per il bene del paese. Non si fa intimidire dai dieci o venti follower di Grillo, che rumoreggiano davanti al parlamento, come invece ha fatto il Pd. E durante le primarie ha sempre risposto agli attacchi col sorriso, senza rendere la pariglia. Positivo è anche il fatto che per lui la politica non sia campo di battaglia di fondamentalismo, fanatismo, utopismo.
Cosa gli manca?Matteo vive la corsa politica come un palio per conquistare la grande poltrona del presidente del Consiglio – Sindaco d’Italia, come dice lui – in maniera molto tecnica, tecnocratica, molto proiettata sulle cose da fare. La politica implica una visione della società, deve avere innanzitutto un orizzonte ideale, un orizzonte di valore. Matteo è cattolico, come lascia trasparire spesso, e il cattolicesimo offre questo orizzonte. Dimostri di conoscerlo, di volerlo attuare.
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