venerdì 5 aprile 2013

MOVIMENTO 5 STELLE E STIPENDI. PRIMO DI NICOLA, Lo stipendio dei grillini: non 12.788, ma 13.559 euro, L'ESPRESSO, 4 aprile 2013


I grillini sono persone molto precise. Anzi, decisamente pignole. Cosa che, in passaggi travagliati come quello che stiamo vivendo, non è da considerarsi  elemento negativo, anzi.



Così, per avere scritto che, comandamenti della campagna  #BersaniFallifirmare alla mano (lanciata dal grande capo Beppe Grillo),  la paga del deputato del Movimento Cinque Stelle sarebbe stata di 12.788 euro, sul blog del sottoscritto e sul sito dell’Espresso sono piovuti a centinaia insulti di ringraziamento.
Tutto sbagliato, cifra inventata, esagerata, si diceva sostanzialmente nei commenti più benevoli attaccando l’autore dell’articolo, scritto, naturalmente,  “per aggredire i cittadini parlamentari a cinque stelle e screditare la loro volontà di rinnovamento”.
Esagerata la cifra di 12.788 euro? Macché! Scorrendo adesso la proposta  presentata dai rappresentati del M5S il 29 marzo all’Ufficio di presidenza della Camera dei deputati e firmata dal vicepresidente Luigi Di Maio e dai segretari di presidenza Claudia Mannino e Riccardo Fraccaro, si scopre che, dovesse essere approvata, i deputati finirebbero per costare agli italiani addirittura di più della proposta precedente, per la precisione 13.559,24 euro.
Nel dettaglio, una volta spiegato che il loro modello di riferimento è quello introdotto dai consiglieri regionali in Sicilia e auspicata l’emanazione di un codice etico  per i deputati,  il M5S  propone di abbassare l’indennità parlamentare a 5.000 euro lordi e di cancellare il rimborso spese per l’esercizio del mandato, il rimborso spese accessorie di viaggio e il rimborso forfettario spese telefoniche.
In totale, il taglio (vedi documento) ammonterebbe a 8.559,90 euro (3.503,11+1.845+1.845+1.107,90+258,23).
Tutto ok, dunque? Solo a prima vista. Avanzata l’idea della riduzione, infatti, i grillini passano a  una complicata proposta. Scrivono infatti: “E’ auspicabile accorpare tutte le voci estranee all’indennità (diaria di soggiorno mensile, rimborso spese per l’esercizio del mandato, rimborso spese accessorie di viaggio, rimborso forfettario spese telefoniche). Qualsiasi spesa dovrà essere giustificata (cosa che andremo puntualmente a verificare mese per mese, ndr) a titolo di rimborso alla Camera dei deputati e pubblicata online sul sito ufficiale per ogni deputato”.
Morale: “l’erogazione deve avvenire per spese attestate e non superare il tetto massimo di euro 8.559,24 al mese”. Che sommati ai 5.000 euro lordi dell’indennità parlamentare riformata, fanno appunto 13.559,24.
Cioè 771,24 euro in più di quelli che avevamo calcolati (12.778 euro) nel nostro precedente articolo e che tanti insulti ci è costato.

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