ROMA - "Il Porcellum va cambiato". Lo ha detto il presidente della Consulta, Franco Gallo, nella sua relazione letta stamane alla presenza delle più alte cariche dello Stato, proprio nel giorno in cui i saggi salgono al Colle per consegnare il loro rapporto. Tra le bacchettate inflitte al mondo politico, il presidente della Corte Costituzionale ha parlato di legge elettorale e ha parlato della mancanza di interventi su diverse tematiche per le quali la Corte ha richiesto modifiche legislative. Gallo ha osservato: "È appena il caso di menzionare, poi, l'altra raccomandazione - tanto spesso richiamata nelle più diverse sedi politiche - a modificare la vigente legge elettorale. Già con le sentenze n. 15 e n. 16 del 2008, e, più di recente, con la numero 13 dello scorso anno, la Corte ha invano sollecitato il legislatore a riconsiderare gli aspetti problematici della legge n. 270 del 2005 'con particolare riguardo all'attribuzione di un premio di maggioranza (...) senza che sia raggiunta una soglia minima di voti o di seggi'". Il presidente ha, dunque, sottolineato: ''Il Porcellum è un sistema che per alcuni aspetti, come il premio di maggioranza, è sospettato di incostituzionalità''.
Legge sulle nozze gay. Gallo ha detto anche che il legislatore deve affrontare il nodo delle unioni gay. "La Corte ha escluso l'illegittimità
costituzionale delle norme che limitano l'applicazione dell'istituto matrimoniale alle unioni tra uomo e donna, ma nel contempo - ha detto Gallo - ha affermato che due persone dello stesso sesso hanno comunque il diritto fondamentale di ottenere riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri, della loro stabile unione". La Consulta, ha ricordato Gallo, "ha perciò affidato al Parlamento la regolamentazione della materia nei modi e nei limiti più opportuni".
Il cognome paterno. L'attuale disciplina che prevede l'attribuzione al figlio del solo cognome paterno "costituisce il retaggio di una concezione patriarcale della famiglia", ha detto Gallo in un passaggio della sua relazione, elencando alcuni degli inviti che la Consulta ha rivolto al legislatore e che sono rimasti inascoltati. La Consulta "ha invitato a introdurre una normativa che abbia una maggiore considerazione del principio costituzionale di uguaglianza tra uomo e donna", ha spiegato.
Costituzione. ''La Carta Costituzionale non è solo un documento normativo da assumere a parametro di decisioni giudiziarie, ma rappresenta - anche e soprattutto - un grande progetto di convivenza solidale, tollerante e civile'', ha affermato ancora Gallo che sostiene che sarebbe ''un grave errore ritenere che la gisutizia costituzionale sia da sola sufficiente a garantire la più ampia attuazione dei principi e valori fondamentali. Tale processo di attuazione infatti - ha spiegato - non può essere confinato in una dimensione esclusivamente giurisprudenziale''. La Costituzione, sono ancora parole del presidente della Consulta, ''è un fattore di integrazione permamente, che può operare con pienezza solo fuoriuscendo dalle aule giudiziarie e divenendo cultura, senso comune, massima etica. Il che può avvenire - non ha dubbi Gallo - solo se la Costituzione viene interiorizzata e percepita dalle istituzioni rappresentative, dalle forze politiche e sociali, dalle autonomie e dai singoli come il patrimonio più prezioso e indisponibile della comunità nazionale''. Un patrimonio, conclude Gallo, che ''i custodi politici o giurisdizionali della Costituzione possono contribuire a preservare ma che, per crescere e dare frutti di civiltà, richiede l'apporto di tutte le donne e gli uomini della Repubblica''.
Niente politica. Il presidente della Corte Costituzionale ha respinto con fermezza le accuse di politicizzazione che periodicamente vengono rivolte ai giudici delle leggi. "È innegabile - ha sottolineato - che nell'interpretazione della Costituzione sia consentita a volte una certa flessibilità, così da rendere possibili adattamenti dei principi da essa enunciati alle più diverse circostanze. Anche in tali casi, tuttavia, la discrezionalità interpretativa della Corte non si risolve mai in una scelta di opportunità politica, ma è sempre il prodotto di un bilanciamento con altri principi costituzionali, che ha di mira, in una visione sistemica, l'ampliamento della complessiva tutela dei valori consacrati nella costituzione". Alle accuse di politicizzazione, ha sostenuto Gallo, "la Corte guarda con sereno distacco". Secondo il presidente della Consulta "quando si decide avendo come esclusivo riferimento i diritti e i principi della Costituzione, si seguono evidentemente logiche diverse da quelle proprie della decisione politica e si prescinde dai motivi di opportunità che sono alla base dell'agire politico. È, quindi fisiologico, che i giudici costituzionali possano talora assumere decisioni politicamente 'inattuali' o impopolari".
Crisi finanziaria. La gravità della crisi finanziaria non giustifica una espansione senza limiti dei poteri del governo centrale, ha sottolineato il presidente della Corte Costituzionale. "La corte, pur riconoscendo l'indubbia gravità della crisi finanziaria, ha negato - ha affermato Gallo - che questa possa integrare una sorta di 'stato di eccezione', tale da giustificare la sospensione e, tantomeno, la deroga delle regole costituzionali di riparto fra Stato e Regioni". Tra le conseguenze "della crisi finanziaria e dell'urgente necessità di mettere ordine nei conti pubblici", Gallo ha citato anche "l'ampio ricorso alla decretazione d'urgenza. Nel passato triennio - ha osservato - i decreti legge, adottati per lo più in materia finanziaria, hanno raggiunto quasi il 40% (il 38,46%) rispetto al totale della produzione normativa parlamentare (più specificamente, nel 2010 sono stati adottati 22 decreti leggi ed approvate 53 leggi, escluse quelle di conversione; nel 2011, 16 decreti legge e 57 leggi; nel 2012, 32 decreti legge e 72 leggi)".
Carceri. La Corte Costituzionale potrebbe pronunciarsi prima delle vacanze estive sull'ipotesi che sia incostituzionale la norma che non prevede la possibilità di sospensione della pena quando le condizioni delle carceri non siano rispettose della dignità umana. Sulla questione, sollevata dal tribunale di sorveglianza di Venezia, "come presidente darò tutta l'urgenza possibile a questa discussione", ha affermato Gallo. "Potremmo discuterla a luglio - ha aggiunto - o subito dopo le vacanze".
Fecondazione eterologa. Anche su questo tema c'è urgenza: ''Appena arriverà la questione, avremo l'urgenza di fissare l'udienza il più presto possibile'', ha detto il presidente della Corte Costituzionale, in merito all'annunciata questione di legittimità sulla fecondazione eterologa, su cui la Corte dovrà decidere nei prossimi mesi.
Le reazioni. Non si è fatto attendere il commento dela presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha apprezzato la relazione del presidente della Corte Costituzionale: "È Stato un discorso bellissimo - ha commentato Boldrini -: Gallo ha parlato dei temi della vita della nostra società. Sono spunti, richiami su cui tutti dobbiamo riflettere". Secondo la terza carica dello Stato "c'è da portare a termine un lavoro che ancora non ha avuto risposte e io mi impegnerò per questo".
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